domenica 10 dicembre 2017

L'energia del vapore nell'Impero Romano

Erone di Alessandria, è uno di quei nomi che dovrebbero venire in mente quando si pensa alla parola genio.
Non si sa esattamente quando è nato, senza dubbio è stato durante il I secolo d.C. Di origine greca insegnò materie tecniche presso il Museo di Alessandria, all'epoca uno dei luoghi di sapere e insegnamento più prestigiosi del mondo. 
Un tipo che sapeva di cosa parlava quindi.
Erone era un attento studioso di Archimede e di Euclide da cui trasse notevole ispirazione. Egli stesso fu autore di diversi trattati sulla matematica, la geometria e la meccanica in cui illustrava dei brillanti metodi di misurazione. Qui sotto la "formula di Erone", necessaria per determinare l'area di un triangolo in funzione dei suoi lati.
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Ha lasciato anche delle descrizioni molto dettagliate e sbalorditive sulla costruzione di macchine da guerra, su come misurare la distanza tra Roma e Alessandria basandosi sulle ore locali in cui è stata osservata un'eclissi lunare e anche sulla costruzione di automi. Sì, esatto: macchine autonome che Erone aveva ideato per eseguire, senza partecipazione umana, uno spettacolo di dieci minuti circa.
Ma l'invenzione che avrebbe fatto passare Erone alla storia è la sfera di Eolo (Eolipila).
Si tratta di una sfera di rame in cui viene fatta bollire dell'acqua che evapora uscendo da due tubicini a forma di L sulla sfera, uno dei quali si può svitare per ricaricare l'acqua. Il vapore genera il movimento della sfera (circa diciotto secoli prima della Rivoluzione Industriale). Erone dimostra così una grande capacità di comprensione dell'energia termica e l'intelletto necessario per concepire macchine autonome. 
Ma allora perché quella rivoluzione non è iniziata ai suoi tempi, quando l'Impero Romano aveva messo in contatto così tanti popoli e promuoveva già un enorme progresso in diversi campi?
Forse l'Umanità di allora non aveva ancora bisogno del genio di Erone che somiglia molto a quello di Leonardo Da Vinci, magari non era ancora tempo per i treni a vapore con a bordo un Cesare.
Gli scritti di Erone furono purtroppo a rischio di smarrimento durante il caos che fu la fine dell'Impero Romano, ma molte delle sue opere furono riprese e diffuse dai Califfati arabi del Medioevo e tornarono in Europa attraverso l'Impero Romano d'Oriente, le Repubbliche Marinare e il Rinascimento.
Qui segue una lista delle opere di Erone e del suo genio di cui si potrebbe parlare per diciotto secoli.

  • Metrica, descrizione di tecniche per calcolare superfici e volumi di differenti oggetti, in cui sono presenti dimostrazioni con esempi numerici.
  • Definizioni.
  • Sulla dioptra, raccolta di metodi per misurare lunghezze; in questo lavoro viene descritto l'odometro, come pure un apparato che assomiglia ad un teodolite.
  • Baroulkos, sulla costruzione di una macchina per il trasporto dei pesi.
  • Catoptrica, propagazione della luce e sua riflessione, uso degli specchi.
  • Mechanica, manuale in tre libri destinato agli architetti e agli ingegneri, contiene strumenti per sollevare oggetti pesanti. Nel primo libro vengono esposti i teoremi sulla gravità di Archimede; nel secondo è un trattato sui vantaggi delle macchine semplici e delle loro combinazioni; nel terzo si tratta di applicazioni pratiche dei concetti degli altri due libri.
  • Belopoeica, descrizione di macchine da guerra.
  • Pneumatica, descrizione di macchine funzionanti a pressione (ad aria, acqua o vapore), incluso l'hydraulis, l'organo ad acqua.
  • Automata, descrizione di macchine in grado di creare effetti nei templi per mezzi meccanici o pneumatici (apertura o chiusura automatica delle porte, statue che versano vino, ecc.).

Esistono dei testi che vengono attribuiti ad Erone, ma che potrebbero essere opera di altri autori:

  • Geometria, raccolta di equazioni basate sul primo capitolo della Metrica.
  • Stereometrica, esempi di calcoli tridimensionali basati sul secondo capitolo della Metrica.
  • Mensurae, strumenti che possono essere usati per misure, basati sulla Stereometrica e la Metrica.
  • Cheirobalistra, sulle catapulte
  • Definitiones, raccolta di definizioni di geometria.


Il vero pollice verso

Quante volte abbiamo visto al cinema un Imperatore Romano mostrare il pollice alzato o abbassato per decidere se un gladiatore doveva vivere o morire? Quante volte lo abbiamo fatto noi stessi: pollice in alto per il successo, pollice in basso per il fallimento.
Eppure se facessimo questi gesti ad un antico Romano questi ci risponderebbe: "Ma che fate?"
In realtà il pollice puntato verso l'alto non decretava la salvezza di un gladiatore, è probabile che invece significasse la sua morte (cosa decisa molto raramente).
Il pollice, in questo caso, rappresenta infatti una spada sguainata, il pollice nel pugno chiuso invece è la spada infilata nel fodero e garantisce la grazia. Bisogna dire che le fonti sono discordanti e piuttosto scarse ma sufficienti a dire che il pollice premuto sul palmo era il segno della salvezza e della grazia che un gladiatore poteva ricevere.
Ma da dove nasce l'equivoco?
Da questo quadro: Pollice Verso, del pittore Jean- Léon Gérôme del 1872. Nel dipinto si vedono delle vergini vestali che rivolgono il pollice in basso per ordinare ad un mirmillone di uccidere l'avversario sconfitto. Questo dipinto fu un mezzo di diffusione dell'errore di interpretazione del gesto conosciuto come "pollice verso". Il cinema ha poi fatto il resto rendendo il pollice alzato e il pollice abbassato una tradizione dei nostri tempi attribuendole un valore antico ma non originale.