mercoledì 28 gennaio 2015

La penitenza dell'Imperatore

Lettor oggi ti parlo di un 28 gennaio speciale, quello del 1077: quel giorno il Sacro Romano Imperatore Enrico IV fu ricevuto, vestito di sacco, infreddolito, affamato e umiliato dal Papa Gregorio VII nella fortezza di Matilde signora di Canossa. L'Imperator si era umiliato per tre giorni davanti alle mura della Rocca per supplicare dal Pontefice la revoca della sua scomunica, ovvero il decreto con cui Gregorio VII aveva bandito Enrico dalla Comunitas Cristiana e sollevato ogni uomo dal dovere di servirlo, anche coloro che lo avevano giurato. Questa era la rovina di Enrico che perciò aveva cercato di ottenere il perdono papale con questa umiliazione. 
Gregorio accettò la penitenza e revocò la scomunica, anche se l'Imperator avrebbe dovuto lottare per riavere il comando dell'Impero. 
Da ciò nacque il detto "Andare a Canossa". Ti è mai capitato Lettor?

martedì 27 gennaio 2015

Alla memoria

Lettor nella giornata della memoria ti invito a riflettere e a ricordare. La follia dell'Umanità che si scatena quando tutto sembra perduto e si cerca sempre un capro espiatorio, un Azazel, a cui dare la colpa e odio. Se tutti pensassero più a costruire e conservare piuttosto che conquistare questo sì che sarebbe un bel mondo.
Non illuderti Lettor: accadrà ancora ... stà già accadendo ....

domenica 25 gennaio 2015

Il decreto del Concilio

Lettor oggi ti parlo del 26 gennaio 1563 in cui, nella città di Trento, dopo ben 15 anni di lavoro e discussione, si concluse il Concilio di Trento. Si trattò di un Concilio ecumenico, ovvero una grande riunione di tutti i vescovi esistenti (o per lo meno quelli con la possibilità di partecipare in un epoca priva di treni e aerei) che vide il pontificato di diversi Papi (Paolo III, Giulio IV, Marcello II, Paolo IV e Pio IV). Il promotore del Concilio fu l'Imperator Carlo V su richiesta dello stesso Lutero. Dopo la ferma opposizione del filo-francese Clemente VII, il suo successore Paolo III si dimostrò più propenso a ricercare l'unità con fratelli del nord Europa. Non fu possibile purtroppo: c'era l'Imperator che cercava solo un modo per accrescere il suo potere, i luterani che volevano annientare l'autorità papale e i papali che volevano ribadire i punti fondamentali della loro dottrina.
Il Concilio andò avanti per anni e fu uno dei più grandi e importanti mai fatti prima del Vaticano I e Vaticano II, e diede inizio alla Controriforma, con cui la Chiesa, effettivamente, si rinnovò riaffermando alcuni principi come la legittimità dei Santi e la libertà umana, opposto all'idea di predestinazione del Protestantesimo.
Alla fine Lettor ogni cosa, compresi gli scismi, sono utili e certe volte necessari come il rinnovamento che portò questo Concilio che non sarebbe mai stato fatto senza la ribellione di Lutero. 
Io spero che una riconciliazione comunque ci sarà davvero, perché anche se con lingue diverse, costumi e tradizioni diverse ricorda Lettor: tutti i popoli dell'Europa sono popoli fratelli, come in nessun altro continente è possibile riscontrare.

sabato 24 gennaio 2015

La nascita di una bestia

Lettor oggi è il 25 gennaio e sono avvenute molte cose in passato per questa data. Oggi ti voglio parlare di ciò che accadde il 25 gennaio del 1533: il matrimonio tra re Enrico VIII d'Inghilterra e la sua seconda moglie Anna Bolena. Una donna senza dubbio molto ambiziosa che fece breccia nel cuore di un re ingordo di potere e gloria, da poco nominato "Defensor Fidei" (Difensore della Fede) per il suo impegno contro l'eresia luterana che in quel periodo stava prendendo piede nel nord Europa. Enrico aveva tentato di diventare Sacro Romano Imperatore, ma l'elezione era stata vinta dal nipote di sua moglie Caterina, il re di Spagna Carlo I d'Asburgo, incoronato a Bologna Imperator Romanorum Carlus V, l'uomo sul cui Impero il Sole non è mai tramontato. Malgrado il fallimento dell'elezione al soglio imperiale Enrico rimaneva uno dei sovrani più potenti d'Europa ma non aveva un figlio maschio: Caterina gli diede solo la piccola e sfortunata Maria I d'Inghilterra mentre il figlio Enrico duca di Cornovaglia era morto in circostanze poco chiare. Come suo nipote Carlo V Augusto, Caterina era una devota cattolica e anche gli Inglesi del tempo lo erano, lo stesso Enrico era in ottimi rapporti con la Chiesa di Roma, per questo sperava che il Papa sarebbe stato comprensivo e avrebbe concesso il divorzio al re al fine di fargli avere un figlio maschio. Ma all'epoca esisteva un codice morale ferreo e deciso, nemmeno i re potevano cambiare coniuge come si cambiano i guanti, a differenza di oggi. Così Enrico, irretito dalla sua nuova amante Anna, istituì un processo per liberarsi della sua legittima consorte e creare una nuova chiesa che facesse capo a lui solo. Così cacciò Caterina e sposò Anna Bolena che gli diede la bambina che sarebbe diventata Elisabetta I d'Inghilterra, anch'essa sostenitrice dello scisma anglicano e feroce persecutrice dei Cattolici, nonché abile politica e ferocemente impegnata nel utilizzo di corsari, sicari e assalti per sabotare gli altri Stati d'Europa e imporre la fondazione del suo dominio inglese con totale disprezzo per chiunque fosse esterno a quella genia.
La storia di Anna, dei suoi inganni e della sua smisurata ambizione, di Enrico, del suo tradimento e del fatto che la fece decapitare dopo la nascita di una sola figlia femmina e di quella figlia, Elisabetta, e della bestia che fu e a cui diede origine insegna una cosa .... in effetti il 25 gennaio del 1533 ha lasciato questo avvertimento all'Umanità che ora io ripeto a te che leggi queste mie parole: non fidarti mai degli Inglesi, sono meschini, arroganti, ipocriti, egocentrici, ciechi riguardo a ciò che considerano indegno che è praticamente tutto quello che non possiedono loro, e non è nella loro natura mantenere la parola data. Io mi trovo a Cipro e ho visto le conseguenze della loro meschinità: un Paese diviso e due culture in lotta, questa è l'eredità di quel 25 gennaio.

venerdì 23 gennaio 2015

Sono tornato

E questa volta per rimanere Lettor, e per rinnovare il nostro sodalizio ti parlerò di cosa accadde il 24 gennaio del 41 d.C. a Roma, il cuore dell'Impero. Gaio Giulio Cesare Germanico, detto Caligola per il fatto di essere cresciuto in un campo militare e di aver sempre portato i sandali dei legionari sin da bambino, i caligolae, era un Princeps et Imperator molto diverso da quello che anni prima aveva iniziato a imperare su Roma e sul suo mondo. Caligola sequestrava capitali, si faceva costruire ville, case persino un palazzo galleggiante sul lago di Como e disprezzava le altre autorità dello Stato, tanto da nominare senatore il suo cavallo Incitato. Per tali ragioni i Pretoriani, le guardie del corpo dell'Imperatore, uccisero Caligola e i suoi consanguinei più vicini. Le guardie notarono poi che, dietro una tenda nella stanza dove si era svolto il massacro, si era nascosto per la paura Claudio, il vecchio zio di Caligola. Questi era un uomo giudicato da tutti debole e incapace: era zoppo, balbuziente, sempre con la bava alla bocca, i tempi in cui era stato un uomo forte e vigoroso erano ormai un lontano ricordo. Ormai pronto a morire Claudio chiuse gli occhi, ma i Pretoriani rinfoderarono i gladii e lo salutarono Caesar Augustus Princeps Imperator. Il nuovo Principe dell'Impero doveva essere un fantoccio nelle mani delle autorità statali, ma Claudio si dimostrò tutt'altro che debole e incapace. Dopo aver rimediato ai danni di Caligola e alle sue malefatte Claudio diede un nuovo slancio all'espansione dell'Impero Romano intraprendendo un'impresa in cui lo stesso Cesare aveva fallito: l'invasione e la conquista dell'isola della Gran Bretagna.
Claudio è la prova che ognuno di noi è molto più di quello che appare, o per lo meno che può esserlo. Lui poteva benissimo approfittare della sua fortuna e vivere nel lusso lasciando ad altri le decisioni da prendere, invece prese in mano la situazione e donò all'Impero un altra epoca di gloria e a noi un grande legame con altre terre e a quelle terre un legame con noi. 
Io Lettor decido di essere molto più di quello che apparirò, non so se ne sarò capace ma sarò migliore di come sembro. Considerala una sfida a me stesso e te come testimone. 
Sarò un buon Claudio, ma eviterò i funghi. Cosa vuol dire? Te lo scrivo la prossima volta!