
L'Imperatore Marco Aurelio era molto istruito e, senza voler insegnare niente a nessuno, scrisse i suoi ricordi, le sue riflessioni in un libro, oggi intitolato "I Ricordi", se puoi leggilo Lettor. Marco Aurelio era uno stoico, un uomo che guardava alla vita con determinazione, superbo senza volerlo essere, potente senza essere crudele, saggio senza voler insegnare.
L'Imperatore descriveva così la sua più grande fortuna, nel primo libro dei Ricordi in cui ringraziava:
"Dagli Dei, l'aver avuto buoni nonni, buoni genitori, buona sorella, buoni maestri, buoni domestici, parenti, amici tutti pressoché buoni. E il non aver mai offeso alcuno di essi, pur essendo per istinto, se mi fosse stata data l'occasione, predisposto a compiere qualcosa di simile. Ma il favore degli Dei non permise mai che si determinassero circostanze atte a palesare tale mia tendenza."
Nemmeno io so quante centinaia di uomini, in venti secoli, hanno avuto l'onore e la dannazione di essere Imperatore dei Romani, ma io so che molti di loro avrebbero meritato di essere pecorai piuttosto che i Principi del più grande Impero della Storia, ma dodici di loro li considero ben più che degni di tale onore. Tra di essi annovero senza dubbio Marco Aurelio, l'Imperatore filosofo, l'ultimo dei forti comandanti del Primo Impero che ringraziava per i genitori, per i nonni e per la sorella con cui era cresciuto. Forse il suo più grande errore fu amare troppo.
Nessun commento:
Posta un commento