martedì 13 settembre 2016

L'ultimo Gran Duca

Lettor oggi ti parlo di un mecenate, anche se di dubbia fama. Sai cos'è il tradimento Lettor? La nostra rovina, ma se un uomo dimostra di meritare il potere con le sue opere...è davvero da biasimare? E se un usurpatore risulta essere ciò di cui un popolo ha bisogno? Forse fu così per uno in particolare.

Oggi ti parlo di ciò che ha reso Ludovico Sforza, detto il Moro 
Duca di Bari, reggente e in seguito Gran Duca di Milano. Quarto figlio del Gran Duca Francesco Sforza, dopo la morte del padre vide suo fratello Galeazzo Maria Sforza succedergli diventando il signore di uno degli Stati Italiani più potenti mai esistiti (in realtà una delle maggiori potenze dell'Europa intera).
Quando suo fratello venne assassinato, Ludovico si assicurò di dare tutta la sua protezione al nipote Gian Galeazzo Maria Sforza, il quale era ufficialmente asceso al trono di Milano, all'età di soli sette anni. Ludovico svolse la funzione di ambasciatore e amministratore a Cremona. Dopo alcuni anni di esilio a Pisa mentre Milano era sotto il controllo del consigliere ducale Cicco Simonetta.
A quel punto Ludovico il Moro, essendo il più forte membro della famiglia ducale, divenne il reggente di Milano con il titolo di governatore, nel nome di suo nipote il Duca. Di fatto era Ludovico il Moro il vero signore di Milano e suo nipote un bambino senza potere, finché non morì avvelenato permettendo a Ludovico il Moro di diventare ufficialmente il Gran Duca di Milano. 
Fu un grande alleato di Lorenzo il Magnifico e avversario della potenza di Venezia. Fu legittimato dall'alleanza con l'Imperatore Massimiliano e il re di Francia Carlo VIII il quale venne lasciato passare durante la sua campagna per conquistare Napoli.
Ludovico riuscì a portare Milano all'apice della potenza, dove fu mecenate di Leonardo da Vinci da cui si fece progettare una grande statua equestre.
La morte di re Carlo VIII fu l'inizio della fine di Ludovico il Moro poiché il suo successore Luigi XII era un discendente di Visconti e quindi pretendente al Gran Ducato. A causa delle vecchie rivalità Venezia si schierò con il re di Franciache conquistò Milano. Ludovico cercò di riconquistare il Gran Ducato, ma non fu possibile.
L'uomo che aveva portato Milano all'apice della potenza fu il suo ultimo signore, e dopo di lui Milano fu soggetta a dominazione straniera per 360 anni.
Ludovico morì prigioniero del re di Francia.
Come giudichi questa storia Lettor? Come si può giudicare un usurpatore Lettor? Quand'è che si dice...ne valeva la pena?


lunedì 12 settembre 2016

Vittoria

Era da poco passato il 12 settembre del 490 a.C. quando ad Atene entrò correndo un uomo molto conosciuto nella sua città, Fidippide, che morì stremato dopo una corsa di circa 42 chilometri dalla piana di Maratona, ma dopo aver gridato "ABBIAMO VINTO!"
Era l'annuncio di un grande evento che siglava il termine di una serie di eventi conosciuto come Prima Guerra Persiana.
Durante il quinto secolo avanti Cristo i Persiani dominavano il primo Impero Universale della storia, dove il Gran Re della dinastia achemenide dominava su diversi sovrani di tutto il mondo. 
Diverso tempo prima della battaglia di Maratona il Gran Re Cambise, figlio di Ciro il Grande, aveva conquistato l'Egitto donando a tutti i suoi successori i titoli di Re di Medi e Persiani, Faraone d'Egitto, Re dei Re.
Poco lontano dai confini della Persia si trovava la Grecia, divisa in diverse città stato, tra cui Atene, le cui colonie in Anatolia erano state tempo addietro annesse. Durante il regno di Dario I queste città greche d'Oriente si ribellarono al Gran Re e furono aiutate da Atene. 
 Dario I giurò vendetta e iniziò una controffensiva che, dopo aver stroncato la ribellione, mirava a sottomettere tutta la Grecia.
La Grecia, assaltata praticamente da tutto il mondo, dovette fare ricorso alla sua posizione strategica e alla forza dei suoi difensori per non essere sottomessa.
Il 12 settembre del 490 a.C. è la data teorica in cui gli opliti ateniesi presero di sorpresa le truppe persiane e asiatiche sbarcate a Maratona e dirette verso Platea e Atene, circa 30.000 uomini e 1.000 cavalieri guidati dai generali Dati e Artaferne. Gli Ateniesi e i Plateesi schierarono circa 20.000 uomini guidati da Callimaco.
La fanteria pesante greca schierata in falangi, usando il territorio impervio di Maratona, riuscì a tenere testa alla cavalleria e alla fanteria leggera dei Persiani.
I Persiani persero 6.400 uomini, contro i 192 lasciati sul campo, dopo aver ricacciato in mare l'esercito nemico.
Secondo alcuni, se il Gran Re Dario avesse messo la Grecia sotto il suo piede conquistatore, la democrazia sarebbe scomparsa. Chi lo sa Lettor?
Sta di fatto che quel giorno il Re dei Re scoprì che esisteva una nazione che non si sarebbe fatta spezzare dal resto del mondo.





domenica 11 settembre 2016

Il giorno della guerra

11 settembre...cosa c'è da dire? Tante cose sono accadute in questo giorno Lettor.
Nel 9 d.C. si è conclusa la carneficina di Teutoburgo che ha bloccato l'avanzata romana in Germania, nel 1297 gli Scozzesi sconfissero gli Inglesi nella battaglia di Stirling Bridge, l'11 settembre 1541 gli indigeni cileni distrussero la città di Santiago del Cile, in questo giorno del 1709 la coalizione di Austria, Gran Bretagna e Paesi Bassi sconfissero la Francia.
L'11 settembre del 1683 avvenne la battaglia di Vienna, una delle più grandi, spaventose e importanti mai avvenute in Europa. 
 I Turchi ottomani guidati da Kara Mustafà assediavano Vienna con lo scopo di saccheggiarla ed espandere il dominio del Islam fino a Roma e in tutta l'Europa per non lasciare nessuna traccia della nostra civiltà. Quell'11 settembre la Lega Santa, composta dal Sacro Romano Impero e dalle maggiori potenze della Cristianità riuscì a sconfiggere i Turchi. Sotto la guida di re Giovanni III Sobieski, sovrano di Polonia, la Lega spezzò l'assedio di quel esercito enorme e ingombrante che fu costretto alla fuga.
 Per opera di re Giovanni III di Polonia l'avanzata del Islam e degli Ottomani in Europa fu fermata definitivamente.
Poi venne un altro 11 settembre di quindici anni fa, quando vidi in televisione qualcosa che diede inizio ad un orrore terribile.
Sai cosa mi spaventa di più Lettor? Che se stai leggendo queste parole Lettor, come me, hai visto cos'è successo quel giorno. Un giorno degno della bestia.


sabato 10 settembre 2016

Cos'è un soldato di Cristo?

Qualcuno che ama gli altri più di sé stesso, che si rifiuta di odiare, che annuncia la salvezza e pratica la misericordia anche a costo della vita. Un esempio di questo fu Carlo Spinola, nato a Genova nel 1564, divenne membro della Compagnia di Gesù. Come molti altri Gesuiti partì missionario diretto in Giappone, meta di molti missionari di quel periodo.
Fu un viaggio davvero spaventoso: la sua nave incappò in una tempesta che lo fece naufragare in Brasile dove gli Inglesi lo fecero prigioniero, una volta liberato ripartì per l'Estremo Oriente, passando per Goa e Macao, sopravvivendo ad una grave malattia durante il viaggio. Arrivò a Nagasaki nel 1602 dove avviò scuole di catechismo e diverse missioni dei Gesuiti. 
Ritratto dello shogun Tokugawa Ieyasu 

Il Giappone stava vivendo un'era di grande cambiamento: gli Europei avevano importato in Giappone la tecnologia necessaria per realizzare armi da fuoco ormai integrate nell'esercito di Tokugawa Ieyasu che, due anni prima l'arrivo di Spinola, aveva vinto la battaglia di Sekigahara diventando lo shogun al comando delle forze armate nipponiche, il Napoleone d'Oriente. I missionari, i mercanti e gli emissari dall'Europa e dalle Americhe iniziavano ad affluire dopo secoli di isolamento, per non parlare delle trame delle potenze coloniali che miravano a prendere il controllo della posizione strategica del Giappone, le tensioni in quella società millenaria e ricchissima erano davvero gravi.
Carlo Spinola opero in totale 11 anni, durante i quali divenne procuratore e poi Vicario della provincia gesuitica del Giappone nel 1611, ma nel 1614 iniziò un'estesa persecuzione contro i Cristiani, divenuti ormai trecentomila in tutto il Giappone. Non volendo abbandonare i fedeli, Carlo Spinola iniziò a vivere sotto falso nome, a nascondersi e continuando a fare il suo dovere; per anni continuò a cambiare domicilio e a muoversi di notte dopo aver convertito ben cinquemila persone, girava per le case dei Cristiani, confessando, tenendo Messa finché, il 14 dicembre 1618, venne denunciato e arrestato mentre operava in casa di alcuni fedeli: Giovanni Kingocu e Ambrogio Fernandes, vennero anche arrestati altri Cristiani quella notte, tra cui Domenico Jorge, martirizzato quello stesso anno, sua moglie Isabella e suo figlio vennero arrestati insieme a Carlo Spinola e come lui passarono quattro anni in cella in condizioni disumane.
In quel periodo lo shogun Tokugawa e i suoi successori stavano compiendo una grande persecuzione contro i Gesuiti per diverse cause: i calvinisti olandesi temevano che i Gesuiti potessero introdurre il Giappone nelle sfere d'influenza di Spagna e Portogallo ai danni dei loro affari, inoltre alcuni bonzi buddisti, che godevano di grande influenza presso la corte del tenno e lo shogun, erano gelosi nei riguardi dei missionari (i Cristiani giapponesi erano ormai trecentomila) e alcuni temevano la punizione divina per l'allontanamento dalle antiche tradizioni.
Carlo Spinola e altri Cristiani furono rinchiusi nel carcere di Suzuta, posto in cima ad una montagna sferzata dal vento con una coperta, una ciotola di riso, due sardine e un bicchiere d'acqua al giorno, lo stretto indispensabile per rimanere in vita.
Carlo Spinola fu di grande conforto per tutti i fedeli imprigionati e accolse anche alcuni catecumeni giapponesi nella Compagnia di Gesù. Nel settembre 1622 i Cristiani detenuti a Sozuta furono portati a Nagasaki, lì 22 persone furono bruciate vive e altre 30 decapitate per il crimine di essere dei Cristiani.

Carlo Spinola martirizzato sul rogo a Nagasaki.

Era il 10 settembre del 1622, Carlo Spinola dichiarò alle autorità giapponesi che il suo scopo era solo quello di annunciare il Vangelo in Giappone, salutò Isabella il giovane Igniazio da lui stesso battezzato che stavano subendo il martirio insieme a lui. La debolezza causata dalla prigionia lo fece morire prima degli altri, se ne andò cantando una lode a Dio. 
La comunità cristiana del Giappone fu quasi completamente annientata da quei decenni di persecuzione.
Carlo Spinola fu beatificato da Papa Pio IX, insieme ad altri 204 martiri del Giappone. 
Dimmi Lettor, come giudichi questi eventi? Cosa ti insegna questo 10 settembre?
 

venerdì 9 settembre 2016

VARO RENDIMI LE MIE LEGIONI

Lettor oggi, 9 settembre, oggi ti parlo di quando la nostra espansione finì. Era il 9 settembre del 9 d.C., il governatore romano Publio Quintillo Varo cadde in una trappola, un tradimento che costò molto.
L'Impero Romano era agli albori e Augusto conduceva lo sviluppo di una delle civiltà più ricche e avanzate della storia. Per svolgere il suo compito il Princeps ebbe bisogno di ufficiali ed emissari a cui affidare missioni relative all'espansione e al consolidamento, uno di questi era Publio Quintillo Varo, console, proconsole, legato imperiale propretore in Siria...insomma, una carriera niente male dovuta anche ad una parentela acquisita con Augusto stesso.
Varo fu mandato a nord per consolidare l'ordine romano in Germania con il sostegno di diverse tribù indigene che si erano alleate con l'Impero, tra queste i Cherusci guidati dal loro re Arminio. Non sapeva il condottiero romano che Arminio aveva formato un'alleanza tra diverse tribù per prendere in trappola le truppe romane.
Arminio aveva combattuto come cavaliere ausiliario per Roma diverse volte e sapeva che, anche in inferiorità numerica, le legioni romane erano invincibili in uno scontro campale, per questo elaborò un piano per prendere in trappola Varo.
Il governatore aveva a sua disposizione tre legioni e diversi supporti per un totale di circa 15.000 uomini. La Germania era una terra ricca di foreste rigogliose e molto fitte in cui l'esercito di Varo fu costretto a muoversi quasi in fila indiana. Fu lì, nella foresta di Teutoburgo nel cuore della Germania, che i Germani assaltarono le legioni dopo averle prese in trappola. Varo si aspettava che Arminio lo incontrasse per poter coordinare la colonizzazione del territorio, tutto organizzato per imprigionare nella foresta la fanteria e le attrezzature dei Romani massacrandoli insieme a Varo.
Arminio, dopo questo tradimento/successo, cercò di essere uguale ad Augusto e di unire tutte le tribù dei Germani per diventare il re di tutte le nazioni della Germania. Non glielo permisero, le tribù germaniche, dopo aver respinto il nemico comune, non volevano saperne di unirsi e così l'ambizioso re dei Cherusci venne ucciso dai suoi pari.
Augusto, dal canto suo, rimase sconvolto tanto che per giorni, sul colle Palatino, lo si udì gridare piangendo "VARO...RENDIMI LE MIE LEGIONI!"
La tragedia fu tale che i Romani decisero di porre il loro confine definitivo in quella terra. Cosa sarebbe successo Lettor, se Roma si fosse espansa verso il Baltico, la Scandinavia, la Polonia, la Russia? 
Come sarebbe il mondo Lettor se volessimo essere uniti?


giovedì 8 settembre 2016

La bestia che Tito non sconfisse

8 settembre del 70 d.C., ti porto a Gerusalemme, quando il generale Tito Flavio, orgoglioso condottiero dell'Impero Romano, concludeva una grande impresa: mentre suo padre sconfiggeva l'usurpatore Vitellio e diventava Augustus Imperator, il generale si preparava a concludere la prima guerra giudaica iniziata con una rivolta dei Giudei contro Roma.
Tito aveva riportato suo padre indietro dal esilio in Grecia, dove si era dedicato all'apicultura acquisendo il praenomen di Vespasianus. Dopo la conquista di Iotapata e la cattura di Giuseppe Flavio, Vespasiano tornò in patria per sconfiggere Vitellio, assassino dell'Imperatore Otone.
Per evitare che la rivolta dei Giudei si estendesse ad altre parti dell'Impero, Vespasiano ordinò a Tito di procedere con la guerra. Tito trovò un alleato nel prigioniero Giuseppe Flavio, ex generale di Iotapata, il quale lo aiutò a conquistare Gerusalemme.
Giuseppe sperava di salvare il suo popolo dalla distruzione, ma non avrebbe fatto alcuna differenza: i Giudei non avevano alcuna possibilità di sconfiggere le legioni, specie quando Tito era ormai arrivato sotto le mura di Gerusalemme. 
Per conquistare la città Tito fece costruire una grande torre d'assedio, più alta delle stesse mura. Gli assediati scavarono una galleria fin sotto la torre mobile facendola crollare, pochissimo acume tattico, poiché la stessa galleria fece crollare anche il possente muro.
Secondo Giuseppe Flavio il profeta Daniele aveva previsto la caduta di Gerusalemme ad opera di Roma.
L'ultima parte della Città Santa ad essere espugnata fu il Tempio, il luogo più sacro di tutto il mondo. Forse il generale Tito voleva conservare il Tempio, era pur sempre l'edificio sacro più grande del mondo, un ornamento splendido con cui omaggiare il nuovo Imperatore, ma i legionari si fecero prendere dal desiderio di ricompensa, di ricchezza e non poterono fare a meno di saccheggiare il Tempio fino a distruggerlo.
I grandi tesori del Tempio furono perduti, usati per finanziare la costruzione di un nuovo grande monumento per Roma, l'Anfiteatro Flavio, il Colosseo.
Questo evento causò l'inizio della Diaspora del popolo ebraico, conclusasi solo nel secolo scorso. Un 8 settembre davvero potente e di grande impatto per la storia del mondo. Le cause del conflitto non sono da ricercarsi nella religione, ma nelle necessità dei Romani di mantenere l'ordine pubblico nei confini dell'Impero.
Ma ricorda Lettor: è necessario che lo scandalo avvenga, ma guai a colui per il quale lo scandalo avviene.
La leggenda dice che Tito, dopo essere uscito da una Gerusalemme ormai in rovina e saccheggiata, udì una voce potente come un tuono venire dal cielo.
"Tito, hai vinto ogni avversario, ma esiste una creatura piccola e insignificante in questa terra che tu non sarai mai in grado di sconfiggere!"
In quel momento una zanzara entrò in una narice di Tito e iniziò a pungergli il cervello causando le emicranie che lo tormentarono per il decennio successivo, prima della sua morte.
Dopo la morte del padre Tito ebbe un solo anno di principato, durante il quale un grande terremoto sconvolse l'Italia, un terribile incendio distrusse una parte di Roma e le città di Pompei ed Ercolano furono sepolti dalla furia del Vesuvio, fece appena in tempo ad inaugurare il Colosseo prima di morire, secondo alcuni ucciso da suo fratello Domiziano.
Che ne dici Lettor? Tito ha pagato il suo debito?



mercoledì 7 settembre 2016

Settimo giorno del settimo mese

Lo so che mi vorresti correggere Lettor, ma una volta era proprio così: il calendario dei Romani, iniziato per opera di re Numa Pompilio e poi evolutosi nei millenni successivi, vedeva come primo mese del anno marzo, il mese di Marte, Mars Terminus, protettore dei confini e dei campi coltivati. Così, una volta conclusi i mesi dedicati ai grandi, ovvero Luglio per il divus Julius e Agosto per il grande Augustus, si arrivava al settimo mese, September, un mese di transizione Lettor, un mese in cui è possibile rimediare, ricominciare e passare ad una nuova stagione, ad un nuovo inizio.
Un evento speciale da ricordare è la battaglia di Arsuf, in Palestina, in cui il re d'Inghilterra Riccardo Cuor di Leone, della stirpe dei Plantageneti affrontò e sconfisse Saladino, signore della Siria e dell'Egitto, uno dei più grandi condottieri musulmani mai esistiti. Poco tempo prima Saladino, nella battaglia dei Corni di Hattin, aveva sconfitto l'esercito crociato per poi assediare Gerusalemme.
La vittoria dei Crociati ad Arsuf permise la liberazione della città di Giaffa e di riportare l'euforia tra le loro file e l'Impero Romano d'Oriente che sperava ancora nella liberazione delle sue province. 
La battaglia di Arsuf fu una delle più importanti delle Crociate e diede inizio al rapporto di stima tra Saladino e re Riccardo, anche se il Plantageneto non rimase in Terra Santa abbastanza da compiere altre grandi imprese.
Tempo dopo, nel 1533, Anna Bolena, seconda moglie di re Enrico VIII, dava alla luce la bambina che sarebbe diventata la regina Elisabetta I, autrice di una nuova era, grande per alcuni, disastrosa per altri.
Ti voglio ricordare anche, buon Lettor, del 7 settembre del 1706, quando l'esercito piemontese del duca Vittorio Amedeo II di Savoia, supportato da rinforzi giunti dal Sacro Romano Impero, spezzò l'assedio di Torino da parte delle truppe francesi, riducendo drasticamente le ambizioni di re Luigi XIV.
Ti auguro Lettor che questo sia un inizio, una nuova fase, ma ricordati di coglierla Lettor.