giovedì 8 settembre 2016

La bestia che Tito non sconfisse

8 settembre del 70 d.C., ti porto a Gerusalemme, quando il generale Tito Flavio, orgoglioso condottiero dell'Impero Romano, concludeva una grande impresa: mentre suo padre sconfiggeva l'usurpatore Vitellio e diventava Augustus Imperator, il generale si preparava a concludere la prima guerra giudaica iniziata con una rivolta dei Giudei contro Roma.
Tito aveva riportato suo padre indietro dal esilio in Grecia, dove si era dedicato all'apicultura acquisendo il praenomen di Vespasianus. Dopo la conquista di Iotapata e la cattura di Giuseppe Flavio, Vespasiano tornò in patria per sconfiggere Vitellio, assassino dell'Imperatore Otone.
Per evitare che la rivolta dei Giudei si estendesse ad altre parti dell'Impero, Vespasiano ordinò a Tito di procedere con la guerra. Tito trovò un alleato nel prigioniero Giuseppe Flavio, ex generale di Iotapata, il quale lo aiutò a conquistare Gerusalemme.
Giuseppe sperava di salvare il suo popolo dalla distruzione, ma non avrebbe fatto alcuna differenza: i Giudei non avevano alcuna possibilità di sconfiggere le legioni, specie quando Tito era ormai arrivato sotto le mura di Gerusalemme. 
Per conquistare la città Tito fece costruire una grande torre d'assedio, più alta delle stesse mura. Gli assediati scavarono una galleria fin sotto la torre mobile facendola crollare, pochissimo acume tattico, poiché la stessa galleria fece crollare anche il possente muro.
Secondo Giuseppe Flavio il profeta Daniele aveva previsto la caduta di Gerusalemme ad opera di Roma.
L'ultima parte della Città Santa ad essere espugnata fu il Tempio, il luogo più sacro di tutto il mondo. Forse il generale Tito voleva conservare il Tempio, era pur sempre l'edificio sacro più grande del mondo, un ornamento splendido con cui omaggiare il nuovo Imperatore, ma i legionari si fecero prendere dal desiderio di ricompensa, di ricchezza e non poterono fare a meno di saccheggiare il Tempio fino a distruggerlo.
I grandi tesori del Tempio furono perduti, usati per finanziare la costruzione di un nuovo grande monumento per Roma, l'Anfiteatro Flavio, il Colosseo.
Questo evento causò l'inizio della Diaspora del popolo ebraico, conclusasi solo nel secolo scorso. Un 8 settembre davvero potente e di grande impatto per la storia del mondo. Le cause del conflitto non sono da ricercarsi nella religione, ma nelle necessità dei Romani di mantenere l'ordine pubblico nei confini dell'Impero.
Ma ricorda Lettor: è necessario che lo scandalo avvenga, ma guai a colui per il quale lo scandalo avviene.
La leggenda dice che Tito, dopo essere uscito da una Gerusalemme ormai in rovina e saccheggiata, udì una voce potente come un tuono venire dal cielo.
"Tito, hai vinto ogni avversario, ma esiste una creatura piccola e insignificante in questa terra che tu non sarai mai in grado di sconfiggere!"
In quel momento una zanzara entrò in una narice di Tito e iniziò a pungergli il cervello causando le emicranie che lo tormentarono per il decennio successivo, prima della sua morte.
Dopo la morte del padre Tito ebbe un solo anno di principato, durante il quale un grande terremoto sconvolse l'Italia, un terribile incendio distrusse una parte di Roma e le città di Pompei ed Ercolano furono sepolti dalla furia del Vesuvio, fece appena in tempo ad inaugurare il Colosseo prima di morire, secondo alcuni ucciso da suo fratello Domiziano.
Che ne dici Lettor? Tito ha pagato il suo debito?



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