martedì 31 maggio 2016

Imhotep l'immortale

Lettor oggi ti riporto il compleanno di uno dei personaggi più misteriosi e allo stesso tempo visionari della nostra storia. Il suo nome era Imhotep, figlio di Kanofer, nato a Menfi il dì 31 maggio del 2980 a.C. quando quella città era ancora la capitale del grande regno che era l'Antico Egitto. Tutti noi sappiamo che quella degli Egizi è stata una delle più grandiose e importanti civiltà della storia umana e in parte si deve proprio a questo personaggio. Come suo padre, Imhotep ricevette un'educazione molto approfondita e seguì brillantemente studi di architettura dimostrandosi però quasi un tuttologo al pari di Leonardo da Vinci in quanto fu anche astronomo, medico e statista.
In quel periodo l'Egitto era dominato dal Faraone Zoser, qui riprodotto, e fu presso di lui che Imhotep trovò la sua maggiore fortuna divenendo suo ministro e consigliere diletto assieme a Giuseppe figlio di Giacobbe.
Benché le fonti non ci abbiano tramandato con chiarezza le effettive mansioni di Imhotep presso il Faraone senza dubbio sappiamo che lo servì in qualità di architetto, viene spesso citato infatti come "il coordinatore di tutti i lavori del Faraone" e viene anche definito figlio del dio Ptah, il grande dio di Menfi visto come il principio creatore che avrebbe ispirato le grandi opere di Imhotep come il tempio di Edfu. Opera principale dell'architettura di Imhotep è la piramide a gradoni di Saqqara, o piramide di Zoser.
Quando il Faraone la vide completata chiese al suo diletto consigliere: "Imhotep! Cosa sono quei gradini sulla mia tomba?"
E il figlio di Ptah rispose al figlio di Ammone: "È una scala prezioso Faraone, con la quale la tua anima potrà salire al cielo!"
Curioso che questo monumento funebre sia la testimonianza più evidente (se non la sola) del Faraone Zoser.
Sembra che Imhotep possa anche essere considerato l'Esculapio egizio poiché da medico realizzò grandi opere in questo senso, come il più antico trattato medico conosciuto: il papiro Edwin Smith. Sotto la sua direzione la medicina del paese fece passi da gigante e si trovarono diverse testimonianze delle sue opere e dei suoi lavori come la Stele della carestia.
Ma Imhotep è stato anche uno dei massimi poeti e pensatori della sua storia. Ti lascio uno dei suoi passi Lettor, nella speranza che tu possa riconoscere qualcuno dei suoi principi. Lettor questo Imhotep  è l'esempio di un uomo che divenne immortale senza necessità di potenza.

« Tutti acclamano il faraone, il buon uomo,

il cui corpo è destinato ad appassire, mentre i suoi figli sono destinati a perdurare ancora a lungo.

Le divinità, ormai da tempo, giacciono nelle loro tombe, e le mummie di uomini da lungo morti; lo stesso per ricchi e poveri.

Ascolto le parole di Imhotep, le parole di Djedefhor, che dice: cos'è la prosperità? Parla![10] »





lunedì 30 maggio 2016

L'età della rinascita

Lettor ieri ti ho ricordato di quando Costantinopoli è caduta, ma questo fatto ebbe delle conseguenze. Non so perché, ma ho capito molto tempo fa che, quando una civiltà è sovverchiata e sul orlo della caduta rifiorisce, ritrova la sua identità culturale e assiste ad un ultima fioritura, e il canto del cigno dell'Impero di 2236 anni ebbe un effetto straordinario.
Benché i Turchi la stessero distruggendo e privando di tutte le sue peculiarità (la scienza, la tecnologia, l'architettura, l'amministrazione, il simbolo della mezzaluna, l'arte) la Seconda Roma ritrovò sé stessa e dopo la morte dell'Imperatore e la caduta della Città d'Oriente, i suoi esuli fuggirono in Europa e nelle vecchie colonie imperiali in Italia e in altri luoghi del perduto Impero d'Occidente.
Pur non potendo ricostruire l'Impero i suoi discendenti iniziarono a riportare la cultura, l'arte, il pensiero e la filosofia della civiltà romana e greca che diedero il via a quel periodo di ripresa, pensiero e rinascita che fu appunto il Rinascimento.
Ma Lettor non credere che l'era precedente che, tra l'Impero e il Rinascimento, ci fosse solo buio. Quello che chiamiamo Medioevo è stato un periodo lungo e ricco di ricchezze e di progresso. Sei davvero capace di giudicare Lettor?
Una morte è una rinascita, una fine è un inizio. Però Lettor la vera identità di una grande civiltà non tramonterà mai, perché quando siamo fedeli a noi stessi, quando realizziamo facciamo sempre qualcosa che non tramonta mai. Tu non tramontare Lettor.



Il poema della vita umana

Era il 1906 quando il segretario generale della Biennale di Venezia, Antonio Fradeletto, propose a Giulio Aristide Sartorio di realizzare qualcosa di notevole: un'opera capace di mostrare, con l'ausilio della mitologia e della sua simbologia "il poema della vita umana".
L'opera è suddivisa in quattro scene principali: la Luce, le Tenebre, l'Amore e la Morte, circondate da teleri in cui vengono rappresentate la Grazia e l'Arte sostenute da Juventus, l'energia virile.
Il ciclo parte dalla nascita e dalle forze ostili che la insidiano e si conclude con la morte a cui si oppone un alter ego del artista che colloquia con la Sfinge.
A presidiare i due estremi della storia dell'Umanità ci sono le Tenebre da cui viene e in cui va la vita è viene illustrato anche il conflitto tra Eros e Himeros, l'Amore e il Desiderio irrefrenabile.
Sartorio, con l'approvazione di D'Annunzio, fonde con il fuoco della sua arte gli elementi della mitologia dei popoli mediterranei con le idee del filosofo Nietzsche e del suo concetto di eterno ritorno, con le Tenebre e la Morte che seguono un movimento rotatorio.
240 metri quadri di dipinto in soli nove mesi, quattordici scene realizzate in occasione della Biennale di Venezia del 1907, rimaste esposte fino al 1909, nell'inaugurazione successiva.
 Un'opera capace di esporre la potenza delle forze che sono sprigionate da un elemento così piccolo e insignificante rispetto alla vastità dell'Abisso in cui vaghiamo. Solo qualcuno capace di comprendere questa condizione, di sentire quest'energia e il suo ciclo, poteva essere l'artista capace di realizzare un'opera simile.
Dimmi Lettor, tu cosa vedi in questo ciclo?


domenica 29 maggio 2016

29 maggio, caduta e rinascita

Lettor oggi è il 29 maggio, il dì che segna la fine di una civiltà e dell'alba del fenomeno conosciuto come Rinascimento.
Ti parlerò domani Lettor di cos'è accaduto dopo la fine dell'Impero e la morte di Costantino Paleologo XI del suo nome. 
Per ora ti ricordo Lettor che l'Impero, la nostra patria originale (che tu lo voglia credere o no) da Roma a Costantinopoli può vantare 2236 anni di continuità, cessata a causa del tradimento e dell'aggressione dei barbari che culminò in quel 29 maggio del 1453. Lettor lo devi ricordare: ricorda la nostra eredità che passò a noi come ai nostri fratelli in Oriente e Oltreoceano.

venerdì 13 maggio 2016

I segreti di Fatima

Lettor oggi, 13 maggio, ti parlo di quando in questo dì del 1917 a tre pastorelli portoghesi, umilissimi tra gli umili, vennero chiamati su un monte a ricevere un messaggio che avrebbe cambiato le loro vite per sempre.
Essi erano Lucia dos Santos, di dieci anni, Giacinta e Francisco Marto, rispettivamente di 7 e 9 anni. Essi ricevettero una rivelazione divisa in tre parti, tre messaggi mostrati attraverso visioni e interpretazioni.
Lucia, fattasi suora, raccontò le visioni, tre segreti espressi in diversi tempi.

Il primo segreto:
Maria mostrò ai bambini: « ...un grande mare di fuoco, che sembrava stare sotto terra. Immersi in quel fuoco, i demoni e le anime, come se fossero braci trasparenti e nere o bronzee, con forma umana che fluttuavano nell'incendio[...]. I demoni si riconoscevano dalle forme orribili e ributtanti di animali spaventosi e sconosciuti, ma trasparenti e neri. Questa visione durò un momento. E grazie alla nostra buona Madre del Cielo, che prima ci aveva prevenuti con la promessa di portarci in Cielo (nella prima apparizione), altrimenti credo che saremmo morti di spavento e di terrore. »

Il secondo segreto: « Avete visto l'inferno dove cadono le anime dei poveri peccatori. Per salvarle, Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al Mio Cuore Immacolato. Se faranno quel che vi dirò, molte anime si salveranno e avranno pace. La guerra sta per finire; ma se non smetteranno di offendere Dio, durante il Pontificato di Pio XI ne comincerà un'altra ancora peggiore. Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il grande segno che Dio vi dà che sta per castigare il mondo per i suoi crimini, per mezzo della guerra, della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre. Per impedirla, verrò a chiedere la consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato e la Comunione riparatrice nei primi sabati. Se accetteranno le Mie richieste, la Russia si convertirà e avranno pace; se no, spargerà i suoi errori per il mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte. Finalmente, il Mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre Mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e sarà concesso al mondo un periodo di pace. »
Una grande aurora boreale apparsa tra il 25 e il 26 gennaio 1938 fu interpretata da Suor Lucia come il segno annunciato.

Il terzo segreto, visto come un annuncio della Seconda Guerra Mondiale che fu descritta come: « Una guerra atea, contro la fede, contro Dio, contro il popolo di Dio. Una guerra che voleva sterminare il giudaismo da dove provenivano Gesù Cristo, la Madonna e gli Apostoli che ci hanno trasmesso la parola di Dio e il dono della fede, della speranza e della carità, popolo eletto da Dio, scelto fin dal principio: "la salvezza viene dai giudei" »

Crederci oppure no Lettor, ma chi non ha bisogno di una guida o di un avvertimento? 
In ogni caso il 13 maggio è un giorno che fu Benedetto e che non poco lasciò a tutti noi.

giovedì 12 maggio 2016

Il pilastro della Storia, la testimonianza del nostro onore

Lettor oggi ti parlo del 12 maggio del 113 d.C., giorno in cui venne inaugurato uno dei massimi monumenti della nostra storia: la Colonna Traiana.
Costruita per volontà dell'Imperatore Marco Ulpio Traiano, l'Ottimo Principe, essa è un retaggio del periodo in cui l'Impero Romano raggiunse la sua massima espansione, chiudendo tutto il Mediterraneo e facendone un mare privato della civiltà romana (un risultato mai eguagliato da nessun altro negli ultimi 2000 anni). Il suo scopo era di monumento funebre e sepolcro per l'Augustus Traiano e di ricordare la sua impresa più rinomata: la conquista della Dacia.
La Dacia, corrispondente all'attuale Romania, era abitata dal bellicoso popolo dei Daci, adoratori di Zalmoxis e considerati uno dei popoli più avanzati del bacino del Mediterraneo che avevano imposto un patto molto svantaggioso all'Imperatore Domiziano. Dopo la transizione dell'Augustus Nerva, Traiano mosse due volte guerra ai Daci guidati da re Decebalo e rese la loro terra l'ultima provincia annessa all'Impero.
La Colonna racconta per immagini le fasi principali di quella guerra.
Con un'attenzione estrema ai dettagli gli artisti di queste riproduzioni ci hanno lasciato il primo film della storia con una descrizione perfetta dei Romani, dei Daci e di tutte le altre Nazioni presenti in quella guerra, 200 metri di immagini, in un flusso che avvolge la colonna 23 volte. È alta esattamente 100 piedi romani, vale a dire 29,78 metri, considerando anche il basamento di pietra la colonna raggiunge i 39,86 metri. Sono stati contati 114 diverse immagini nel cordone che l'avvolge, ma ci sono ancora dei dibattiti sulla suddivisione e la conta delle immagini.
Con una statua dell'Ottimo Principe sulla sua sommità la Colonna Traiana dominava sul Foro di Traiano e quindi sul cuore pulsante della città al centro del mondo.
Il suo interno è costituito da una monumentale scala a spirale che conduce sulla vetta e sul fondo del monumento. Di fatto, oltre che un'opera d'arte, la Colonna Traiana è un lavoro strabiliante, esempio straordinario delle ineguagliabili abilità di costruzione dei Romani.
 Oggi è San Pietro che domina la vetta della Colonna Traiana,  e, come Traiano aveva sperato, essa è ancora lì a raccontare la sua storia e a dirci Lettor, che noi tutti discendiamo da una realtà straordinaria che davvero raggiunse la sua completezza. 
Davvero vogliamo buttare via tutto questo Lettor?




mercoledì 11 maggio 2016

L'ultimo grande Ilkhan

Lettor oggi ti parlo del personaggio la cui vita si concluse il dì 11 maggio del 1304; egli era Gazan Khan, monarca del Ilkhanato di Persia.

Nato come una delle tante suddivisioni dell'impero mongolo, l'Ilkhanato era formalmente sottoposto all'autorità del Gran Khan che risiedeva in Cina, anche se di fatto agiva indipendentemente, all'epoca di Gazan il Gran Khan era Kublai. 
Il suo bisnonno Hulagu, fratello di Kublai, aveva fondato l'Ilkhanato invadendo la Persia e annettendo territori vastissimi dell'Asia centrale al dominio mongolo mettendo in ginocchio l'Islam in quelle terre e in quanto discendente di Gengis Khan, Gazan Khan era destinato a regnare su tutto quel vasto dominio.
 Gazan Khan (qui ritratto al centro mentre accede al suo palazzo) nacque Cristiano e fu battezzato, come tutti i Mongoli, al Cristianesimo Nestoriano. Com'era normale per i Mongoli dopo la conquista della Cina, fu molto influenzato dalla cultura buddista. Dopo la morte del padre dovette combattere una dura guerra civile prima di conquistare il trono. Una volta salito al potere si convertì al Islam, da considerarsi un evento epocale, poiché i Mongoli fino ad allora erano stati i più spietati ed efficienti nemici che la civiltà islamica avesse mai incontrato. 
Malgrado la sua fede egli rimase un accanito nemico di diversi stati mussulmani, entrando in guerra specialmente con i Mameluchi sovrani d'Egitto, a cui Gazan contendeva il dominio della Siria. Pur di vincere la sua guerra contro quel nemico l'Ilkhan si alleò con i Crociati e con diversi Ordini Militanti occidentali che, attraverso l'appoggio di Georgia, Armenia e di Cipro, avrebbero portato supporto militare in cambio della restituzione di Gerusalemme. Purtroppo la sconfitta in quella guerra costrinse Mongoli e Crociati alla ritirata. Gazan Khan fu costretto a rinunciare a quell'impresa anche a causa della guerra iniziata contro il Khanato del Ciagatai.
Sua prima e prediletta moglie fu la principessa Kokechin, nipote di Kublai Khan che legò definitivamente la linea di Gazan Khan alla dinastia Yuan.
Accompagnare la fanciulla al suo promesso sposo fu l'ultima missione che il Khagan Kublai affidò a Marco Polo. 
Gazan si concentrò molto sulle riforme da applicare all'interno del suo Khanato per renderlo più stabile e forte; unificò il sistema monetario, delle misure e dei pesi, rendendo molto più efficiente l'economia del paese. Costruì ospedali e rifugi per viaggiatori e mercanti che in cambio non solo resero più ricco il suo commercio ma stillando dei rapporti dettagliati sui loro viaggi gli rendevano un servizio di spionaggio e sorveglianza senza dover istituire un corpo di spie ufficiali.
La sua fama, tra gli avventurieri europei che lo servirono e lo conobbero fu tale che Gazan Khan diede il suo nome a molti grandi dell'Italia. Se vieni da Verona Lettor, sappi che per la forza di Gazan Khan ebbe il suo nome il potente signore degli Scaligeri, il principe Cangrande.

lunedì 9 maggio 2016

Re Magnus un fabbricante di legge

Lettor oggi ti parlo del re Magnus VI (nome completo Magnús Hákonarson) sovrano di Norvegia dal 14 settembre 1261 fino alla sua morte, avvenuta il 9 maggio del 1280.
Figlio del bellicoso re Haakon IV che lo associò al trono sei anni prima della sua morte con il titolo di re alla pari. Dopo la morte del padre stipulò un trattato di pace con gli Scozzesi, il cui re era stato in guerra con il suo genitore. In effetti bisogna dire che la sua unica azione bellica fu una spedizione contro la Svezia nel tentativo di pacificare una situazione molto difficile; il re Valdemaro era stato deposto dai suoi fratelli e re Magnus temeva una nuova serie di aggressioni con i suoi vicini. Sfortunatamente il re di Norvegia non riuscì nei suoi obbiettivi, ma non vi furono nuove ostilità. In effetti si può dire che re Magnus era molto pacifico rispetto al padre.
Per il suo Paese Magnus è ricordato come un re legislatore, un monarca che si impegnò molto per modernizzare la legge del regno, consegnandone una nuova al suo popolo, come si vede qui sopra. Per tali ragioni egli viene ricordato come "Magnus Lagaböter", il Riparatore di Leggi.
Questo re grande nel nome e nei fatti morì in quel 9 maggio del 1280, chissà se e quando ne nascerà un altro.

domenica 8 maggio 2016

Tanti auguri mamma

Lettor oggi voglio solo augurare una buona giornata ad ogni mamma. 
La mamma è sempre la mamma si dice, ed è verissimo. Dalla nascita alla tomba ogni essere umano ha qualcuno su cui contare sempre: la creatura da cui viene generato portata naturalmente ad amarlo e ad essere amata. 
La madre è qualcosa di estremamente prezioso, la base della moralità e della società delle maggiori civiltà del mondo, compresa la nostra.
Lettor, abbraccia tua madre e dille cosa significa per te. Non è mai troppo!

sabato 7 maggio 2016

Semele, il fuoco che trasforma gli dei

Il bruno dio scuotiterra saliva spesso sul monte Olimpo, ma spesso era solo per discutere con il suo re delle questioni del mondo. Da quando erano apparsi gli uomini sulla Terra che era stata loro affidata, gli Olimpi erano spesso indaffarati e il dio del mare li sopportava appena. Anche quel giorno Nettuno si stava recando presso Giove per discutere di una questione molto grave, un popolo che lo aveva offeso per l'ultima volta, ma Nettuno voleva il parere di suo fratello prima di prendere provvedimenti.
Il dio del mare non fu sorpreso quando si ritrovò davanti l'allegro Mercurio che, in quanto maggiordomo della corte divina, era sempre a sorvegliare le stanze del re. 
Nettuno notò qualcosa di particolare: Giunone, la regina degli Olimpi, non era presente. La grande dimora era vuota e persino i Ciclopi, le guardie del corpo di Giove, erano scomparsi. La padrona della casa non la lasciava mai se non per ragioni gravi e i Ciclopi... solo Giove aveva l'autorità di congedarli.
"Ti saluto divo Nettuno- disse Mercurio librandosi nell'aria davanti al dio dei mari- è sempre una gioia è un onore vederti sulla nostra montagna."
Nettuno apprezzava i modi di Mercurio anche se avvolte lo trovava irritante, dopo aver scostato il suo mantello azzurro come le sue acque, il dio batté a terra il suo tridente e rispose con una voce profonda e lenta, cortese a modo suo: "Ben trovato Mercurio..."
Nettuno rimase in silenzio per alcuni secondi, così come Mercurio.
"Ebbene?"
"Ebbene spostati! Devo parlare urgentemente con il sommo Giove!" disse Nettuno seccato.
"Temo che questo non sia possibile" disse il messo divino.
"E per quale ragione?" 
"È una questione molto delicata... posso chiederti di rinviare l'incontro..."
"No!- tuonò lo scuotiterra con una ferocia che avrebbe folgorato qualsiasi mortale- devo incontrare il re dell'Olimpo immediatamente, è una questione della massima importanza!"
"Ci credo- disse Mercurio- ma il fatto è che Giove è indisposto al momento."
Nettuno notò che il dio messaggero era molto imbarazzato e titubante, molto strano per il dio burlone.
"Se mio fratello sta male ho un motivo in più per fargli visita! Avanti fammi entrare" disse Nettuno che iniziava a sembrare preoccupato.
Mercurio si guardava intorno girandosi tra le mani il suo scettro, non sembrava reggere lo sguardo del divino Nettuno.
"Ma cosa sta succedendo? Avanti ragazzo dimmi cos'è che affligge mio fratello.... non vergognarti, sono sempre tuo zio!" 
Mercurio tornò a guardare Nettuno e sospirò: "Il fatto è che.... che.... ha appena partorito!"
Nettuno guardò il nipote per alcuni secondi a bocca aperta.
"C... c... c.... cosa?"
"Hai capito zio.... Giove, re degli dei, ha partorito e ora si sta riprendendo dai dolori delle doglie!"
"Ma di cosa stai parlando? Mi stai dicendo che mio fratello è sempre stato un travestito e nessuno se n'è mai accorto?"
Mercurio dovette trattenere una risata all'idea, ma poi rispose: "Caro zio, la cosa è più complessa; vedi, qualche tempo fa... mio padre ha intrapreso una relazione con una principessa molto graziosa, la figlia di Cadmo...."
"Cadmo? Quel uomo che ha fondato la città di Tebe? Il fratello di quell'altra amante mortale di mio fratello.... Europa?"
"Proprio lui... e Giove ebbe una relazione con sua figlia Semele" disse Mercurio.
"Quindi per quest'uomo mio fratello è cognato e genero? Ma perché deve sempre creare questi paradossi?"
"Aspetta di sentire cos'è accaduto dopo!" 
"E pensare che nostra madre lo aveva detto.... continua" disse Nettuno sedendosi su un piccolo seggio fatto d'oro puro e forgiato nel cuore infuocato del Monte Etna.
"Semele era molto dolce e gentile, forse era questo che piaceva molto a mio padre. Era una buona relazione; ma non sfuggì alla vista di Giunone, la nostra regina..."
"Oh no.... quella povera fanciulla...."
"Dici bene zio.... e la vendetta di Giunone fu terribile; la dea assunse le sembianze della nutrice di Semele e convinse la fanciulla a farsi accordare un onore speciale per lei..."
Il dio del mare ascoltava con attenzione e incuriosito.
"Il diritto di dare un nome al bambino che stava per nascere dalla loro unione.... in cambio della possibilità di vedere il re degli dei nella sua vera forma."
"Ma nessun mortale può sopravvivere a questa visione" disse Nettuno sconvolto.

"Sì.... e il problema è che Giove aveva promesso alla fanciulla di realizzare qualsiasi suo desiderio. Cercò di dissuaderla spiegandole il pericolo, ma lei diceva che era stanca di vederlo come un uomo, voleva incontrare il suo amore nella vera forma. Così Giove si manifestò a Semele con il suo volto di fuoco e folgore, le sue braccia di pura energia e la sua aurea di fuoco divino, la poveretta fu investita da quel fuoco e così anche il bambino che portava in grembo. Mio padre mi convocò in fretta e mi ordinò di estrarre il bambino, vidi con somma gioia di Giove che suo figlio era ancora vivo... feci davvero un buon lavoro direi a prendere quel bambino prima che bruciasse del tutto, ma quel fuoco venuto da mio padre lo aveva reso immortale proprio come me e te zio. Mio padre mi ordinò di impiantare il bambino nella sua carne, era già maturato di sette mesi e il solo modo che ebbi per soddisfare le sue necessità fu di porlo nella coscia di Giove dove è rimasto a maturare per gli ultimi due mesi.... fino a poche ore fa... quando Giove ha partorito."
Nettuno abbassò lo sguardo, senza sapere se ridere o piangere. Ancora una volta il re degli dei era padre e madre allo stesso tempo.
"Io.... io....- Nettuno si rialzò con fare rassegnato battendo il suo tridente sul pavimento- risolverò la questione personalmente... salutami mio fratello e digli che se ne avrò la possibilità lo aiuterò. Come si chiama il mio nuovo nipote?"
"Bacco... il bimbo nato da una mortale che vede un dio si chiama Bacco, l'estasi pura!"

venerdì 6 maggio 2016

Una casa degna di un re

Lettor questo è un giorno in cui è accaduto molto, per questa volta ti ricorderò di quando entrò in servizio una delle più grandi e preziose opere dell'Europa: il 6 maggio 1682, circa un secolo e mezzo e 0 giorni dopo il saccheggio di Roma da parte dei Lanzichenecchi dell'Imperatore Carlo V, il re di Francia Luigi XIV inaugurava la reggia di Versailes.
Opera maestosa e in continua evoluzione e mutazione, la reggia del Re Sole era la soluzione ricercata da un sovrano e da una grandissima corte impossibilitata a compiere a pieno i suoi doveri in una città stretta, soffocante e anche poco sicura come Parigi.
 Qui il re di Francia aveva la possibilità di esercitare le sue funzioni fuori dal pericoli, dagli intrighi e dalle difficoltà della capitale, per non parlare della nobiltà concentrata e controllata nella prestigiosa residenza. Una manovra molto più astuta di quanto sembri, un investimento che mostrò la potenza e la ricchezza della Nazione francese e della sua monarchia che era una delle più potenti del mondo.
Oggi come allora anche la gente comune poteva visitare la reggia, con vere e proprie visite guidate, tutto per mostrare la magnificenza del sovrano e l'orgoglio di far parte del popolo a cui apparteneva quell'opera.
Lettor, questo è un tesoro da vedere almeno una volta nella vita, simbolo di un'epoca grandiosa fatta di onore, astuzia, tesori, orgoglio e una vera appartenenza. 
Questo è il giorno in cui assunse il suo ruolo.