Come al solito quest'aberrazione di Impero contro Impero era iniziata con una disputa sulla successione; Commodo era stato ucciso e il suo successore Pertinace non resse molto le sorti di Roma. Nel 193 i generali Clodio Albino, con le legioni di Britannia, Gallia e Spagna, il generale Pescennio Nigro, con le legioni dell'Oriente e l'africano Settimio Severo, capo delle truppe in Pannonia (tra Austria e Ungheria) furono rispettivamente acclamati Imperatori. Settimio Severo, più vicino, riuscì a scendere in Italia e a guadagnare il sostegno dell'illustre e potente reggimento dei Pretoriani. Poco tempo dopo Pescennio Nigro fu sconfitto e le sue truppe assorbite.
Clodio Albino, che governava la Britannia e aveva il sostegno di diversi senatori, scese in Gallia con le legioni delle provincie occidentali, escluse quelle della Germania che si schierarono con Settimio. Clodio Albino tentò un'invasione dell'Italia, ma Settimio Severo aveva già posto dei presidi nei passi alpini che respinsero l'attacco e dopo, con circa sessantamila uomini, raggiunse il suo rivale a Lugdunum dove Clodio Albino aveva il suo quartier generale. Dopo aver annientato la cavalleria sarmata di Clodio Albino, l'esercito di Settimio Severo attaccò le truppe nemiche di pari numero. Dopo altri due giorni il generale di cavalleria Giulio Leto attaccò il fianco di Clodio Albino che, ormai circondato, si suicidò.
Settimio Severo divenne così il solo Imperatore di Roma, assumendo il titolo di Dominus ac Deus, invece di Princeps et Primus Inter Pares (Signore e dio invece di Principe e Primo dei Suoi Pari) ponendo fine al Principato e dando inizio al Dominato, la seconda grande fase della storia dell'Impero presa a modello da tutte le successive monarchie europee e medio orientali.
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