Lettor oggi ti parlo di Palamede, un uomo di cui DEVI aver sentito parlare. Figlio di Nauplio il Giovane, discendente di quel Nauplio figlio di Poseidone, fu il re di Eubea, in Grecia. Era un cugino di Agamennoe e Menelao e come loro condivideva la discendenza da Atreo e da re Minosse figlio di Zeus.
Palamede era in compagnia di Menelao a Creta quando giunse la notizia del rapimento di Elena. Insieme a Menelao e Odisseo, il re di Eubea fece parte dell'ambasciata partita per convincere re Priamo a restituire la regina e tutti i tesori che Paride aveva rubato a Menelao. Palamede ricordò la terribile guerra che c'era stata tra Pelope e Ilio, antenati di Greci e Troiani, purtroppo non fu un'argomentazione sufficiente.
Mentre si formava il grande esercito degli Achei, Palamede si recò ad Itaca dove re Odisseo si stava fingendo pazzo a causa dell'ora colo che gli aveva predetto la vittoria a Troia, ma al prezzo di tornare dopo vent'anni e senza uomini. L'astuto discendete di Ermes si era messo ad arare la spiaggia spargendo sale e facendo spingere l'aratro con un asino e un bue, sperando di essere esentato dalla chiamata alla guerra. Palamede prese Telemaco, il bambino appena nato ad Odisseo, e lo pose davanti al l'aratro che fu subito fermato dal padre che così si dimostrò lucido. Palamede minacciò di uccidere il bambino con un colpo di spada se Odisseo non si fosse unito all'armata. Questo fu il motivo del grande odio di Odisseo verso Palamede. Quando i due re giunsero a Sciro con un inganno simile scoprirono Achille nascosto da Teti e vestito da donna. Gli eroi minacciarono di assaltare il palazzo che lo stava ospitando, spingendo il Pelide a prendere le armi e richiamandolo così alla guerra.
Palamede si dimostrò un guerriero eccellente e uno stratega senza pari, amatissimo dai soldati greci a lui è attribuita l'invenzione dei dadi, di un gioco simile alla dama. Oltre a ciò avrebbe introdotto l'uso delle sentinelle e inventato lo schieramento e la formazione degli eserciti, come la falange con cui tempo dopo Alessandro Magno avrebbe conquistato la Persia. Non per niente sette generazioni lo separavano dal suo avo Belo, il condottiero per eccellenza.
Palamede avrebbe anche inventato le lettere e l'alfabeto, i numeri, i pesi, le misure e prima di lui i Greci non avevano la concezione degli anni, delle stagioni del meteo. Si dice addirittura che una volta abbia salvato l'esercito greco da una pestilenza facendo mangiare ai soldati erbe selvatiche invece di carne e facendogli fare esercitazioni di remata in mare aperto facendoli faticare e respirare aria pura. Quando la pestilenza colpì i nemici e non i soldati achei, Palamede fu acclamato e invitato a prendere il comando supremo dell'esercito greco al posto di Agamennone.
Venne il giorno in cui Odisseo decise di vendicarsi di colui che lo aveva strappato alla casa e alla famiglia minacciando il suo figlio appena nato; con la complicità di Diomede il re di Itaca nascose un sacco di denaro e una falsa lettera del re Priamo per poi accusare il re di Eubea di essere un traditore. Secondo altre fonti era del denaro rubato al tesoro comune dei Greci, sta di fatto che Palamede venne messo sotto processo, presieduto da Agamennone, che forse non era estraneo alla congiura. Secondo altre fonti Palamede fu attirato in un pozzo, ma in tutti i casi egli venne ucciso per lapidazione. Dopo la sua morte Aiace Telamonio, il Grande Aiace, disubbidì ad Agamennone e seppellì Palamede dopo avergli reso un rito funebre.
Malgrado ciò per millenni i Greci si sono sempre complimentati con i grandi inventori dicendo: "Hai un ingegno degno di Palamede."
Le ultime parole del grande Palmede sembra siano state: "Piango per te verità, perché la tua morte ha preceduto di poco la mia."