venerdì 28 ottobre 2016

In hoc signo vinces

ἐν τούτῳ νίκα 
Con questo segno vincerai.
Tali parole udì Flavio Valerio Costantino, Imperatore dei Romani al tempo della Tetrarchia, uno dei periodi più oscuri e confusi della storia dell'Impero Romano. 
Costantino era Augusto, dopo essere stato proclamato Imperatore ad Eboracum (oggi York), in Britannia. Il sistema tetrarchico aveva fallito e i due Augusti (Costantino e Massenzio) erano in pieno contrasto. Fu Costantino a fare la prima mossa e dimostrò grandi capacità rispetto al suo nemico invadendo l'Italia e sconfiggendo le truppe di Massenzio nelle battaglie di Torino e di Verona. In seguito l'esercito di Costantino scese fino a Roma per assediarla. Massenzio era riuscito a radunare un esercito numericamente superiore a quello di Costantino che però riuscì ad arrivare a Roma per assediarla.

Prima della battaglia Costantino, accampato con il suo esercito in vista dell'Urbe, ebbe un sogno in cui ricevette la visione della Croce della Vittoria e una voce potente come un tuono dirgli "Con questo segno tu vincerai!"
Massenzio, vicino a Ponte Milvio, aveva fatto costruire un ponte su cui attirare Costantino per poi farlo crollare.
Così, il 28 ottobre del 312, si svolse la battaglia di Ponte Milvio. Almeno 100.000 uomini di Massenzio contro circa 40.000 di Costantino.
I soldati costantiniani avevano apposto, dopo la visione del loro Imperatore, il monogramma di Cristo, il nome della religione che stava entrando nei cuori di tutti gli abitanti dell'Impero.
Con la loro posizione e la loro potenza i soldati di Costantino riuscirono a respingere i loro avversari fino alle mura e al ponte che crollò con Massenzio su di esso. Così l'Augusto Massenzio cadde nel Tevere e annegò. Ucciso dalla sua stessa trappola.
Così l'Impero Romano tornò ad avere un solo Imperatore, un solo Augusto, quello che ha lasciato l'eredità maggiore di tutti gli Imperatori: la Cristianità.
Questo emerse dopo la battaglia di Ponte Milvio. Un 28 ottobre eccellente Lettor. 
Con quel segno si vince sempre.






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