Caro Lettor, dopo tanto silenzio e riflessione ti do finalmente una risposta: stai riflettendo su chi sia l'eroe della Storia per te? Ti ricordo che l'8 ottobre eleggeremo il più meritevole tramite votazione.
Intanto ti dico il mio eroe della Storia: Zoroastro, fondatore dello Zoroastrismo, la religione di stato dell'impero persiano che dominava l'Asia prima dell'Islam.
Perché? Ti stai chiedendo perché lui è il mio eroe Lettor?
E' da Zoroastro che è emersa la Regola d'Oro ripresa anche da Confucio e Gesù Cristo: "Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te stesso."
Zoroastro fece una chiara distinzione tra Bene e Male e i suoi insegnamenti furono la base e l'ispirazione che diedero a Ciro il Grande e ai suoi eredi Achemenidi la prospettiva necessaria per fondare il grande regno di Persia, il primo Impero Universale della Storia.
Non dimenticare Lettor che furono tre eredi di Zoroastro, i Magi, a riconoscere la nascita del Re dei Re.
Il suo principio di reciprocità ha permesso di creare le basi per qualcosa di grandioso più volte ripreso nella Storia e nel pensiero di interi popoli, nel bene e nel male.
Caro Lettor Zoroastro è per me l'eroe della Storia per il suo pensiero, il suo messaggio e i sogni che ha ispirato. Pensaci Lettor: chi ti ispira?
domenica 31 agosto 2014
giovedì 21 agosto 2014
La cerva dorata di Cerinea
Caro Lettor oggi continuo con la storia delle fatiche di Ercole e si arriva alla terza. Dopo la morte dell'Idra Euristeo decise di ordinare all'eroe di catturare la cerva di Cerinea, una creatura sacra alla dea Diana, anche se femmina era dotata di due grandi corna d'oro, una pelliccia bianca e zoccoli di bronzo. Era velocissima e imprendibile, ed Euristeo ordinò ad Ercole di portargliela viva, con la speranza di non rivederlo mai più.
In effetti Ercole inseguì la cerva per un anno intero. Per catturarla Ercole fece un tiro incredibile conficcando una freccia tra i tendini delle zampe atterrando la cerva e mettendosela sulle spalle.
Durante il viaggio apparve a Ercole sua sorella Diana, padrona della cerva per assicurarsi che non fosse stata versata neanche una goccia del suo sacro sangue. Ercole mostrò le ferite prive di sangue della cerva e Diana gli permise di portarla a Micene. Dopo averla mostrata ad Euristeo, Ercole liberò la cerva che tornò a Cerinea di nuovo libera.
Abbi sempre rispetto di ciò che è sacro Lettor!
mercoledì 20 agosto 2014
La battaglia di Platea
100.000 Greci, guidati da Pausania di Sparta, in questo 20 agosto nel 479 a.C. fecero una vittoria Lettor: sconfissero i 300.000 uomini dell'esercito persiano guidati da Mardonio, parente del Gran Re Serse, e vinsero la seconda guerra persiana. Quel giorno Mardonio pagò il giusto prezzo per la morte di Leonida e la distruzione di Atene. Dopo quella sconfitta i Persiani si ritirarono e persero i loro territori in Europa. Quel giorno fu salvato l'Occidente Lettor, ma non odiare i Persiani e non credere ai film, il loro fu davvero un regno grande non solo nelle dimensioni: avremmo avuto altri nomi e altre storie Lettor, ma forse non diverso onore se Serse avesse trionfato.
La storia la fanno i vincitori, ma entrambi in quella guerra erano grandi e con le loro ragioni; la Storia ha fatto una scelta quel giorno Lettor.
Ti consiglio di rivedere la storia di Ciro, avo di Serse e fondatore del Grande Regno Persiano, lui potrebbe essere l'eroe di cui mi parlerai.
martedì 19 agosto 2014
Gli eroi della Storia
Lettor, adesso che siamo al tramonto ho deciso di non raccontarti un storia che già sai, ne hanno parlato oggi ovunque, l'hanno pubblicizzata, forse non tanto bene ma comunque lo sai. Oggi sono 2000 anni dalla morte di Gaius Iulius Caesar Octavianus Augustus, il Princeps, Primus Inter Pares e primo Imperator il quale morì tra i cari e gli ammiratori a Nola il 19 agosto del 14 d.C, dando nome a questo mese. Non racconterò la sua storia, non oggi, non sono adatto. Ti voglio solo invitare questa sera a riflettere e a ricordare gli uomini (citando la Bibbia: maschi e femmine) che come Augusto hanno lottato, sognato e realizzato ogni passo della nostra storia.
Ti invito Lettor a sceglierne uno e a scrivermi qui di lui o lei, di cosa ha fatto e del perché lo ammiri tanto. Fino al prossimo 8 ottobre io ti invito a scrivermi qui, in questo blog, chi ammiri e di condividere il tuo pensiero con gli altri Lettori a cui mi rivolgo così da celebrare gli eroi che ci hanno dato questo grande dono, questa grandiosa eredità che è la Storia. Il prossimo 8 ottobre Lettor, insieme sceglieremo, tra coloro che tu e gli altri mi proporrete, un eroe della Storia. Abbiamo circa cinquemila anni di passato a cui attingere, sarà una scelta dura ma non assoluta.
Nel frattempo Lettor, con lo spirito folle e fantastico di ogni persona creativa, ti invito a fare un applauso in onore del Principe Augusto, primo Imperatore dei nostri padri, eroe di questo giorno di cui parliamo duemila anni dopo il suo tramonto.
"Se dunque va bene, date alla commedia il plauso e tutti accompagnateci con gioia."
Augustus Imperator
Ti invito Lettor a sceglierne uno e a scrivermi qui di lui o lei, di cosa ha fatto e del perché lo ammiri tanto. Fino al prossimo 8 ottobre io ti invito a scrivermi qui, in questo blog, chi ammiri e di condividere il tuo pensiero con gli altri Lettori a cui mi rivolgo così da celebrare gli eroi che ci hanno dato questo grande dono, questa grandiosa eredità che è la Storia. Il prossimo 8 ottobre Lettor, insieme sceglieremo, tra coloro che tu e gli altri mi proporrete, un eroe della Storia. Abbiamo circa cinquemila anni di passato a cui attingere, sarà una scelta dura ma non assoluta.
Nel frattempo Lettor, con lo spirito folle e fantastico di ogni persona creativa, ti invito a fare un applauso in onore del Principe Augusto, primo Imperatore dei nostri padri, eroe di questo giorno di cui parliamo duemila anni dopo il suo tramonto.
"Se dunque va bene, date alla commedia il plauso e tutti accompagnateci con gioia."
Augustus Imperator
lunedì 18 agosto 2014
La morte di un semidio
Lettor ho atteso il tramonto per parlarti di quando i cavalieri mongoli cavalcavano per un terzo del mondo e portavano, il 18 agosto 1227, la notizia della morte di un semidio, un potente della storia, un uomo che hai studiato a scuola Lettor, ma che non hanno ben approfondito, non con me almeno. Ti parlo di Temujiin, un capo tribù mongolo che, ad un certo punto ebbe un'idea rivoluzionaria: togliere ai nobili il totale controllo del comando militare e affidarlo a chiunque si dimostrasse degno, anche gli umili e i comuni. Questa idea gli diede molti problemi, molti altri khan decisero di combatterlo ma moltissimi Mongoli si radunarono per sostenerlo e gli sciamani di tutte le tribù dissero che a Temujiin sarebbe stata data tutta la superficie della Terra. Dopo aver unificato i Mongoli, Temujiin conquistò la Cina, la Persia, arrivò fino in Polonia dopo aver piegato la Russia e aver messo l'Islam in ginocchio. Morì il 18 agosto del 1227, dopo aver piegato il mondo, fondando l'impero mongolo, il più grande che sia mai esistito, ma anche uno dei più brevi. Così ottenne il titolo di "Sovrano Oceanico" che in lingua mongola si traduce Gengis Khan. Il suo tramonto ha spento il suo impero, ma la sua storia durerà per sempre. Ricordalo però Lettor, il mondo è troppo grande per essere governato da un uomo solo, l'umanità è vasta e deve rimanere variegata, uno solo è Re di tutti Lettor, ma Temujiin è arrivato vicinissimo a questo risultato.
L'Idra di Lerna
Lettor ieri ti ho parlato di quando Ercole vinse il leone di Nemea, oggi viene la seconda fatica.
Euristeo ordinò al eroe di partire per la terra di Lerna, un luogo non lontano dall'ingresso degli Inferi dove si era annidato un mostro guardiano: l'Idra.
Durante il viaggio Ercole incontrò Minerva, la sua protettrice e amata sorella la quale gli spiegò a cosa stava per andare incontro: "Fratello - disse la dea - sappi che Giunone ha allevato l'Idra con il preciso scopo di uccidere te. Essa è sorella del leone di Nemea e di Cerbero, in quando figlia di Tifone e di Echidna. Ha sei teste di serpente e una settima al centro simile ad un volto umano: quella testa è immortale. Ogni cosa dell'Idra uccide: il suo veleno non ha pari, il suo sibilo può stordire un uomo, persino le orme che lascia sul terreno sono impregnate di un veleno che uccide chiunque nelle vicinanze. Trattieni il respiro quando combatti, perché all'Idra basta respirarti in faccia per avvelenarti. Ma ricorda che ogni testa che taglierai, subito altre due ricresceranno al suo posto, più forti della precedente. Avrai bisogno di aiuto. Ricorda che l'Idra è un mostro di acqua, e il fuoco sarà il tuo alleato. Nostro padre ti manda la sua benedizione fratello."
Ercole, seguendo i consigli di Minerva, andò a Lerna accompagnato da Iolao, figlio di suo fratello Ificle.
Come consigliato da Minerva, l'eroe accese un grande falò e scoccò frecce incendiarie verso la palude spaventando il mostro che subito uscì dalle acque soffiando e sibilando. Ercole trattenne il fiato e si lanciò contro l'Idra tagliandole tre teste, ma altre sei emersero dalle ferite, più forti e aggressive delle altre. Ricordando gli insegnamenti di Lino, figlio di Apollo e di Autolico, suoi maestri, Ercole ebbe un'idea.
"Iolao, stai pronto, appena taglio una testa intervieni con una torcia e cauterizza il moncone. La carne è come la terra: se la bruci niente può crescere su di essa. Ricordati di non respirare."
Iolao non era forte come suo zio, ma era molto valoroso e compì il suo dovere. Con la tecnica del mordi e fuggi Ercole tagliava una testa alla bestia e subito Iolao cauterizzava la ferita così le teste non ricrescevano e l'Idra si indeboliva.
Giunone allora inviò un soccorso della bestia il Carcino, un granchio grande come una testa umana che emerse dalla palude e iniziò a pizzicare il piede di Ercole, ma subito il figlio di Giove lo schiacciò.
Ad un certo punto rimase solo la testa quasi umana e immortale dell'Idra, ormai incapace di reagire. Ercole la tagliò e la seppellì sotto un pesante masso dove essa si trova viva, sofferente e maledetta ancora oggi, e lì rimarrà con il suo veleno fino alla fine del mondo.
Per i loro sforzi Lettor, Giunone prese i resto dell'Idra e li pose in cielo formando la costellazione del Drago, e lo stesso fece con il Carcino, il quale è oggi la costellazione del Cancro.
Euristeo, vergogna dei Greci, dichiarò però la prova invalida perché Ercole si era fatto aiutare da Iolao, ma i Greci non dimenticarono l'impresa.
Lettor, l'Idra è il simbolo del piacere fine a sè stesso: se lo combatti è insidioso e difficile da sconfiggere, proprio come l'orgoglio. Lettor, per sconfiggere l'Idra che è in noi usa il fuoco che è la volto e l'aiuto di chi ti ama, e come Ercole anche tu trionferai sulla Bestia.
domenica 17 agosto 2014
Il Leone di Nemea
Dopo che aveva ucciso la sua famiglia a causa della follia inflittagli dalla matrigna Giunone, il giovane Alcide cambiò nome in Heraklès (gloria di Era, perché la dea gli avrebbe dato più gloria di qualunque altro mortale) e per ordine dell'oracolo di Delfi l'eroe si mise al servizio di Euristeo, divenuto re di Micene al posto di Ercole per volontà di Giunone, il quale gli avrebbe affidato dieci grandi fatiche per lavare la sua colpa. Capisco Lettor i dubbi che puoi avere: Ercole era stato avvelenato da Giunone, sua moglie Megara e i suoi figli li aveva uccisi perché preda di un incantesimo, quindi non era colpa sua ma della dea. Per gli Elleni non era così: con le sue mani aveva commesso il crimine e perciò lui doveva espiare la colpa. Era un'altra epoca Lettor, ma torniamo all'eroe.
A Micene re Euristeo rifletteva, perché Giunone gli aveva ordinato di affidare ad Ercole una prova impossibile, che gli spezzasse i polsi e gli sbriciolasse le ossa.
Ebbe l'illuminazione e convocò Ercole: "Gli abitanti di Nemea sono terrorizzati - disse il re - un terribile leone, una bestia come nessuno ha mai visto, tormenta la loro valle e fa strage di uomini e bestie. Uccidi quel mostro, è il mio ordine."
"Come vogliono gli dei, re, partirò immediatamente e ucciderò quella bestia per te e per i Nemei" disse Ercole partendo subito.
Arrivato nei dintorni della valle di Nemea Ercole fu ospitato dal pastore Molorco il quale voleva offrire un sacrificio a Giunone per placare il terribile leone. Tempo prima il figlio di Molorco era stato ucciso proprio dal mostro. Ercole gli disse di aspettare: sarebbe andato ad affrontare il leone e se fosse tornato avrebbero sacrificato insieme a Giove salvatore e festeggiato.
Ercole non sapeva che il leone di Nemea era figlio di Tifone, il padre dei mostri, e di Ecidna, la donna serpente, terribile e mostruoso, e dalla pelle dura più di qualsiasi armatura, i suoi denti e i suoi artigli erano di bronzo e capaci di squarciare le armature e gli scudi.
Dopo aver individuato la grotta dove viveva, Ercole si appostò e aspettò il leone, quando lo vide gli scagliò contro una freccia, ma questa si infranse contro la pelle e il leone nemmeno se ne accorse. Ercole ricordò di quando aveva sradicato un ulivo per bastonare e uccidere un leone che minacciava il bestiame di Tebe, decise di fare lo stesso: prese la clava e corse verso la bestia colpendola sul muso. Il tronco d'ulivo si frammentò e il leone si limitò a sbadigliare. Ercole allora decise di risolvere la cosa alla vecchia maniera con la forza straordinaria che aveva ereditato dal padre: la sua leggendaria forza sovrumana. Ercole si avventò sulla bestia e lo prese per il collo iniziando a strangolarlo, durante lo scontro il leone mozzò un dito al suo avversario. Alla fine Ercole ebbe trionfato e il leone cadde a terra morto. Stremato il vincitore dormì per tre giorni e quando si svegliò cercò di scuoiare il leone per farsi un manto della sua pelle, più dura di qualunque corazza. Ercole aveva studiato anche chirurgia perciò era bravo con quel lavoro, ma gli attrezzi si spezzavano. Così Ercole ebbe la brillante idea di staccare gli artigli del leone e usarli per scuoiarlo, funzionò.
Molorco fu travolto dallo stupore quando vide tornare Ercole, ormai dato per morto, vestito della pelle del leone fratello di Cerbero. Festeggiarono e sacrificarono a Giove ringraziando per la vittoria. Giove mandò i resti del leone nemeo al cielo dove formò la costellazione del leone. Se sei di quel segno Lettor, sei invincibile, ma non dimenticare che hai anche un punto debole da proteggere. E' la legge Lettor: ciò che è terreno deve essere mortale altrimenti non può elevarsi oltre le stelle.
A Micene re Euristeo rifletteva, perché Giunone gli aveva ordinato di affidare ad Ercole una prova impossibile, che gli spezzasse i polsi e gli sbriciolasse le ossa.
Ebbe l'illuminazione e convocò Ercole: "Gli abitanti di Nemea sono terrorizzati - disse il re - un terribile leone, una bestia come nessuno ha mai visto, tormenta la loro valle e fa strage di uomini e bestie. Uccidi quel mostro, è il mio ordine."
"Come vogliono gli dei, re, partirò immediatamente e ucciderò quella bestia per te e per i Nemei" disse Ercole partendo subito.
Arrivato nei dintorni della valle di Nemea Ercole fu ospitato dal pastore Molorco il quale voleva offrire un sacrificio a Giunone per placare il terribile leone. Tempo prima il figlio di Molorco era stato ucciso proprio dal mostro. Ercole gli disse di aspettare: sarebbe andato ad affrontare il leone e se fosse tornato avrebbero sacrificato insieme a Giove salvatore e festeggiato.
Ercole non sapeva che il leone di Nemea era figlio di Tifone, il padre dei mostri, e di Ecidna, la donna serpente, terribile e mostruoso, e dalla pelle dura più di qualsiasi armatura, i suoi denti e i suoi artigli erano di bronzo e capaci di squarciare le armature e gli scudi.
Dopo aver individuato la grotta dove viveva, Ercole si appostò e aspettò il leone, quando lo vide gli scagliò contro una freccia, ma questa si infranse contro la pelle e il leone nemmeno se ne accorse. Ercole ricordò di quando aveva sradicato un ulivo per bastonare e uccidere un leone che minacciava il bestiame di Tebe, decise di fare lo stesso: prese la clava e corse verso la bestia colpendola sul muso. Il tronco d'ulivo si frammentò e il leone si limitò a sbadigliare. Ercole allora decise di risolvere la cosa alla vecchia maniera con la forza straordinaria che aveva ereditato dal padre: la sua leggendaria forza sovrumana. Ercole si avventò sulla bestia e lo prese per il collo iniziando a strangolarlo, durante lo scontro il leone mozzò un dito al suo avversario. Alla fine Ercole ebbe trionfato e il leone cadde a terra morto. Stremato il vincitore dormì per tre giorni e quando si svegliò cercò di scuoiare il leone per farsi un manto della sua pelle, più dura di qualunque corazza. Ercole aveva studiato anche chirurgia perciò era bravo con quel lavoro, ma gli attrezzi si spezzavano. Così Ercole ebbe la brillante idea di staccare gli artigli del leone e usarli per scuoiarlo, funzionò.
Molorco fu travolto dallo stupore quando vide tornare Ercole, ormai dato per morto, vestito della pelle del leone fratello di Cerbero. Festeggiarono e sacrificarono a Giove ringraziando per la vittoria. Giove mandò i resti del leone nemeo al cielo dove formò la costellazione del leone. Se sei di quel segno Lettor, sei invincibile, ma non dimenticare che hai anche un punto debole da proteggere. E' la legge Lettor: ciò che è terreno deve essere mortale altrimenti non può elevarsi oltre le stelle.
Nuovo flusso
Caro Lettor ho preso una nuova decisione: dopo aver lavorato con molta storia ho deciso di parlarti, per un certo periodo, di un altro grande elemento della nostra cultura e del nostro essere: il mito. Ti racconterò per qualche tempo dei miti che hanno ispirato la nostra storia e il nostro immaginario e quindi il nostro futuro. Fammi sapere cosa ne penserai.
Comincerò con il racconto di un grande eroe: il racconto di Ercole.
Comincerò con il racconto di un grande eroe: il racconto di Ercole.
sabato 16 agosto 2014
Viva il Principe
Caro Lettor oggi ti parlo di un evento che per noi Italiani ha molto valore: il 16 agosto del 1328, giorno in cui i Gonzaga divennero i signori di Mantova. E' qualcosa di molto rilevante perché è una delle grandi signorie che hanno reso possibile la promozione del Rinascimento, del progresso scientifico e culturale prima dell'Italia e poi dell'Europa.
I Gonzaga iniziarono come Signori di Mantova, in continuità con la precedente tradizione comunale, in seguito vennero elevati al rango di Marchesi e Duchi. Ci volle tempo, ma divennero una delle famiglie più in vista del tempo, rinomati per le loro capacità politiche e affaristiche, ma anche per il loro amore per l'arte. I Gonzaga, una volta diventati Signori di Mantova, si impegnarono ad essere grandi mecenati accumulando una collezione artistica notevole, tanto da essere chiamata la "Galleria Celeste". Purtroppo Lettor, in un periodo di crisi economica, la famiglia vendette molte di quelle opere a re Carlo I d'Inghilterra. Non credere che fossero solo in cerca di quadri: i Gonzaga promuovevano anche la letteratura, la poesia e l'arte del buon governo.
Il loro prestigio aumentò tanto da ottenere ducati e domini anche in Francia, in Spagna e nell'Impero. Vassalli e ducati anche fuori dall'Italia era un risultato incredibile per l'epoca. La svolta dei Gonzaga però avvenne nel 1622 quando Eleonora Gonzaga, sposando Ferdinando II d'Asburgo, divenne Imperatrice elevando ulteriormente il valore del casato. Un altra Eleonora del ramo francese della famiglia divenne Imperatrice sposando Ferdinando III e Maria Luisa di Gonzaga - Nerves fu moglie di ben due re di Polonia.
I Gonzaga diedero alla Chiesa un santo, quattordici cardinali e ben tredici vescovi.
Da ricordare che i Gonzaga erano anche cuochi eccellenti, con una passione culinaria enorme e mecenati anche in questo senso; promossero ricette che univano piatti popolari ad altri molto più elaborati.
Visto che roba Lettor? Una famiglia incredibile, una vera serie di Principi di cui la nostra storia può dirsi fiera e che si diffusero in tutta l'Europa, esportando il loro e il nostro spirito in tutto il nostro continente. Tutto questo e molto altro iniziato quel 16 agosto. Caro Lettor, quando ci servirebbero dei Principi così oggi.
I Gonzaga iniziarono come Signori di Mantova, in continuità con la precedente tradizione comunale, in seguito vennero elevati al rango di Marchesi e Duchi. Ci volle tempo, ma divennero una delle famiglie più in vista del tempo, rinomati per le loro capacità politiche e affaristiche, ma anche per il loro amore per l'arte. I Gonzaga, una volta diventati Signori di Mantova, si impegnarono ad essere grandi mecenati accumulando una collezione artistica notevole, tanto da essere chiamata la "Galleria Celeste". Purtroppo Lettor, in un periodo di crisi economica, la famiglia vendette molte di quelle opere a re Carlo I d'Inghilterra. Non credere che fossero solo in cerca di quadri: i Gonzaga promuovevano anche la letteratura, la poesia e l'arte del buon governo.
Il loro prestigio aumentò tanto da ottenere ducati e domini anche in Francia, in Spagna e nell'Impero. Vassalli e ducati anche fuori dall'Italia era un risultato incredibile per l'epoca. La svolta dei Gonzaga però avvenne nel 1622 quando Eleonora Gonzaga, sposando Ferdinando II d'Asburgo, divenne Imperatrice elevando ulteriormente il valore del casato. Un altra Eleonora del ramo francese della famiglia divenne Imperatrice sposando Ferdinando III e Maria Luisa di Gonzaga - Nerves fu moglie di ben due re di Polonia.
I Gonzaga diedero alla Chiesa un santo, quattordici cardinali e ben tredici vescovi.
Da ricordare che i Gonzaga erano anche cuochi eccellenti, con una passione culinaria enorme e mecenati anche in questo senso; promossero ricette che univano piatti popolari ad altri molto più elaborati.
Visto che roba Lettor? Una famiglia incredibile, una vera serie di Principi di cui la nostra storia può dirsi fiera e che si diffusero in tutta l'Europa, esportando il loro e il nostro spirito in tutto il nostro continente. Tutto questo e molto altro iniziato quel 16 agosto. Caro Lettor, quando ci servirebbero dei Principi così oggi.
venerdì 15 agosto 2014
E l'olifante suonò
Lettor, oggi ti parlo del 15 agosto del 778 quando il Margravio Orlando di Bretagna, amico e vassallo di Carlo re dei Franchi e dei Longobardi (futuro Imperator Carlo Magno), morì a Roncisvalle.
Carlo, diventato padrone dell'Europa, tentò di riprendere gli antichi territori dell'Impero d'Occidente nella penisola iberica attaccando gli emirati mussulmani che la dominavano. All'inizio re Carlo aveva ottenuto l'alleanza degli emiri di Barcellona e Saragozza, ma essi furono detronizzati prima del suo arrivo e Carlo iniziò una guerra contro tutti gli Arabi di Spagna. Impossibilitato a vincere Carlo Magno fu costretto a ritirarsi e a rinunciare ad una riconquista che sarebbe avvenuta secoli dopo. Nel ritorno l'esercito franco distrusse Pamplona, capitale del popolo cristiano dei Baschi. Questa fu la ragione per cui questo popolo tese un'imboscata alla retroguardia di Carlo comandata da Orlando il Palladino e massacrò i fanti e i cavalieri tra le montagne e i passi in cui non era possibile schierarsi o caricare e dove le armature erano solo un peso. Così Orlando morì senza voltare le spalle al nemico e senza cedere la sua spada Durlindana. La morte del Palladino gli diede una fama enorme, celebrata per secoli e il nome di Orlando ancora oggi è associata al cavaliere perfetto. Ma dimmi Lettor, al posto dei Baschi, dopo la distruzione della loro città e il massacro della loro gente, come giudichiamo il loro gesto? Non lo giustifico Lettor, ma non lo trovo incomprensibile, e credo che fosse così anche per Orlando e re Carlo.
giovedì 14 agosto 2014
La fine della Guerra
Caro Lettor, come sai quest'anno, tra le altre cose, è il centesimo dall'inizio della Prima Guerra Mondiale. Oggi, 14 agosto, è il giorno in cui, nel 1945, il grande impero giapponese si arrese dopo l'invasione della Manciuria da parte dei Sovietici e il terribile attacco nucleare da parte degli Stati Uniti, mettendo così fine alla Seconda Guerra Mondiale, il più grande conflitto che l'umanità abbia mai vissuto in tutta la sua storia. Quanto dolore, quanta distruzione, quanta morte, quanti sogni infranti Lettor.
mercoledì 13 agosto 2014
Un colpo della Bestia, la fine di un mondo
Caro Lettor oggi ti parlo di un giorno triste, un triste 13 agosto del 1521 Hernàn Cortès, conquistador spagnolo e fondatore del Messico, conquista la città di Tenochtitlán, capitale del impero feudale degli Aztechi. Era una Venezia del sud America: sorgeva tra canali e isolotti artificiali, centro di potere dell'etnia dominante dell'impero (i Mexica) e dimora del Sublime Oratore (l'equivalente azteco del nostro Imperatore). In questa città il Sublime Oratore Montezuma II accolse il conquistador pensando che fosse il dio Quetzacotal, tornato dal grande mare d'Oriente come aveva promesso nelle sembianze di un uomo bianco e barbuto, per guidare o giudicare il suo popolo. Era una città straordinaria, con oltre 200.000 abitanti, più di Madrid e di Roma all'epoca. La Bestia di cui ti parlo, Lettor, fu l'avidità e la fame di oro e ricchezza che distrusse splendide città, grandi popoli e fece sparire un mondo intero. Oggi, sulle rovine di Tenochtitlàn, sorge Città del Messico e un nuovo mondo esiste sulle rovine del passato. Non farti mai sopraffare dall'ingordigia Lettor, distrugge vite e porta solo disonore, crisi e dolore. Perdoniamo Cortès, perdoniamo i nostri padri perdoniamo chi compie lo stesso errore oggi stesso, ma ricordiamo l'errore compiuto per non ripeterlo. Ricorda sempre Lettor!
martedì 12 agosto 2014
Il Regno e il suo protettore
Il 12 agosto, mio buon Lettor, è giorno di vittoria, di completezza e forse anche di errore.
Il 12 agosto del 1099 della nostra era l'esercito formato da volontari venuti da tutta l'Europa che si riconoscevano nel nome di Crociati vinsero la battaglia di Ascalona, conquistarono la Terra Santa e fondarono, violando i patti con l'Impero Romano d'Oriente, il Regno di Gerusalemme. A capo di questo stato cristiano fu posto il capitano della I Crociata appena compiuta: Goffedro di Buglione. I suoi eredi, fino al lebbroso Baldovino IV, ressero questo reame per oltre un secolo. Fu una grande vittoria, ma purtroppo non si seppe conservare e come ben sai Lettor, la pace è tutt'ora sfuggente nella Terra Santa.
Non dar retta agli storici falsi dell'Illuminismo, ai superbi sovrani europei degli ultimi due secoli e soprattutto ai fin troppo fantasiosi registi d'Oltreoceano: mai Goffredo e i suoi eredi non si dissero mai "re di Gerusalemme"; sapevano bene che quel titolo appartiene solo a Cristo e agli eredi di Davide. Il Cristiano che regnava a Gerusalemme si fregiava del titolo di Advocatus: il difensore del Santo Sepolcro di Gerusalemme.
Lettor non è incredibile pensare a quella stessa terra oggi? I luoghi in cui il Signore passò tempo fa sono rimasti così impregnati del Suo potere da portare gli uomini alla pazzia o all'illuminazione. Io prego Lettor perché venga la pace in quel luogo, anche se dovrà essere imposta da un nuovo Advocatus. Condividiamo la speranza Lettor!
lunedì 11 agosto 2014
Il tramonto di un sogno attuale
Lettor, giorni fa ti ho parlato di quando Francesco II d'Asburgo fu costretto da Napoleone a lasciare il trono del Sacro Romano Impero. Oggi è il giorno in cui, nel 1804, egli smise di essere Francesco II Augustus Imperator Romanorum e divenne soltanto l'imperatore Francesco I d'Austria.
Due anni dopo, nel 1806, a Ratisbona, Francesco sciolse definitivamente il Sacro Romano Impero, facendo così finire la realtà di un'Europa unita che oggi cerchiamo con così tanta fatica di ricreare. Com'è potuto accadere Lettor? Secondo te quand'è che davanti al bene comune è stato messo l'orgoglio e l'arroganza del nazionalismo? La superbia ci rovinò anche quel giorno Lettor, speriamo di vincerla questa volta, altrimenti siamo già in rovina Lettor.
domenica 10 agosto 2014
Onore al vincitore
Caro Lettor oggi ti parlo di due grandi uomini che ottennero la vittoria nel giorno di 10 agosto, uno nella morte, uno nell'ascesa.
Il primo è Leonida Agiado, re guerriero di Sparta che, al comando di settemila Greci guidati dal battaglione dei 300 di Sparta, affrontò i 300.000 guerrieri di Asia e Africa venuti a sottomettere la Grecia e l'Occidente al Gran Re Serse I di Persia. Quando un traditore indicò a Serse un sentiero segreto con cui aggirare gli opliti (per tre giorni dimostratisi superiori ai temibili Immortali del Gran Re) Leonida rimandò in patria seimila opliti e rimase a difendere le Termopili con 300 Spartani e 700 Tesbiesi. I Mille delle Termopili morirono proprio quel 10 agosto del 480 a.C. ma ispirarono un mito vivo ancora oggi, e un anno dopo, a Platea, il generale persiano Mardonio pagò il giusto prezzo per la morte di Leonida.
Il 10 agosto del 1492 invece il cardinale Rodrigo Borgia ascese al Soglio Pontificio con il nome di Alessandro VI, autore della Lega Santa degli Italici contro le invasioni francesi e turche e benedicente di una grande scoperta: quella delle Americhe.
Uno divenne grande nella morte come aveva sempre sognato, un altro nella celebrazione. Tutti e due difesero e conquistarono. A chi ti ispirerai Lettor?
sabato 9 agosto 2014
L'inizio e l'eredità dell'Imperium
Caro Lettor da Roma noi discendiamo: le nostre leggi, le nostre idee, la nostra identità, la lingua nostra e dei nostri vicni, i nostri stessi nomi. La discendenza da Roma ci rende fratelli di tante altre nazioni e paesi. Tutto è cominciato molto tempo fa, ma un punto di svolta è avvenuto il 9 agosto del 48 a.C.: quel giorno a Farsalo, in Grecia, Cesare sconfisse Pompeo in una grande battaglia; inferiori di numero grazie ad una grande strategia i legionari cesariani vinsero la guerra civile e consegnarono a Cesare il dominio di Roma. La nascita del Grande Impero era ormai inevitabile e sempre più vicina.
Ma io ho una certa affinità anche con un altro evento legato all'Impero: il 9 agosto del 378 d.C. la battaglia di Adrianopoli, in Anatolia, dove l'Imperator Valente, dell'omonima dinastia, cadde in una disastrosa battaglia contro i Visigoti. Alcuni dicono che prima di cadere l'Imperator Valente avrebbe nascosto un grande tesoro che i barbari non riuscirono a trovare. Chi lo trovasse avrebbe, secondo la leggenda, più oro di quanto occhio umano possa vedere. Che ne dici Lettor? Un'eredità interessante vero?
Per me non quanto il nostro nome.
venerdì 8 agosto 2014
Onore all'Imperatore Perfetto
Lettor, non sono felice: oggi è l'8 di agosto, in questo stesso giorno del 117 d.C. si è spento Marco Ulpio Traiano Dacico Partico Figlio di Nerva Augusto, conosciuto semplicemente come l'Imperatore Traiano.
È stato ricordato come l'Optimus Princeps (l'Imperatore Perfetto, il Principe Massimo) per la sua giustizia, il suo valore e la gloria che accumulò. Diventato Imperator dopo essere stato adottato dal suo predecessore Nerva, rimediò ai danni del vile Domiziano e poi rivolse le sue attenzioni all'esterno:
con la conquista della Dacia (attuale Romania) e la fondazione della provincia d'Arabia Traiano portò l'Imperium alla sua massima estensione nella storia. Riuscì a sconfiggere il potente Regno dei Parti che governava tutto il Medio Oriente e ad arrivare fino al golfo persico. Da lì sarebbe stato un attimo espandersi il oltre l'Indo eguagliando Alessandro Magno e conquistando l'India, il sogno di tutti gli Imperatori di Roma. Ma Traiano era saggio e disse: "Ormai sono troppo vecchio per andare in India come Alessandro".
con la conquista della Dacia (attuale Romania) e la fondazione della provincia d'Arabia Traiano portò l'Imperium alla sua massima estensione nella storia. Riuscì a sconfiggere il potente Regno dei Parti che governava tutto il Medio Oriente e ad arrivare fino al golfo persico. Da lì sarebbe stato un attimo espandersi il oltre l'Indo eguagliando Alessandro Magno e conquistando l'India, il sogno di tutti gli Imperatori di Roma. Ma Traiano era saggio e disse: "Ormai sono troppo vecchio per andare in India come Alessandro".
Ma aveva già i suoi meriti, infatti divenne prassi da parte del Senato dire ad ogni nuovo Imperator appena eletto: "Possa tu essere più fortunato di Augusto e migliore di Traiano". Qualcuno ci riuscì? Forse, a ciascuno il suo giudizio Lettor.
giovedì 7 agosto 2014
Guerra nei cieli antichi
Caro Lettor, il 7 agosto del 1420 il Brunelleschi iniziò a costruire la sua cupola a Firenze, sette anni dopp i Visconti persero la loro flotta sul Po e tante altre cose accaddero di 7 agosto, ma io ti voglio ricordare un evento molto strano, qualcosa che fa riflette molto e che non so se credere vero o meno: il Fenomeno Celeste di Basilea.
Il 7 agosto del 1560 nei cieli di Basilea apparvero, in pieno giorno, decine di oggetti a forma di disco, di colore scuro che sfrecciavano a velocità incredibili. Alcuni di essi cambiarono colore diventando di un rosso acceso e iniziarono a spararsi a vicenda. I testimoni raccontarono di vedere folgori partire dagli oggetti e suoni come di cannonate. Questa battaglia finì quando alcuni oggetti furono abbattuti e caddero sopra la città. Cinque anni prima il fenomeno era già accaduto a Norimberga anche se con oggetti più sofisticati e complessi e anche lì tutto si fermò quando alcuni oggetti caddero causando un incendio alla periferia della città.
Tante sono le spiegazioni date Lettor e ovviamente molti hanno identificato il fenomeno come battaglie tra UFO. Ma se è così Lettor, chi erano? Perché combattevano? Perché entrambi gli schieramenti si fermarono appena videro i nostri simili in pericolo? La loro guerra continua? Oppure furono due fenomeni bizzarri causati da una sorprendente burla della natura? Potrebbero essere state anche solo delle burle degli abitanti di quelle città per quel che ne sappiamo.
Scegli tu a cosa credere Lettor, è questo il bello!
mercoledì 6 agosto 2014
La fine dell'Imperium
Caro Lettor, eccezionalmente oggi ti espongo una nuova notizia storica. Il 6 agosto è una data che a me personalmente non fa piacere. Non si offendano gli Austriaci o i Francesi, è una questione di prospettiva.
Il 6 agosto del 1806 l'Augusto Francesco II d'Asburgo è costretto ad abdicare dal titolo di Sacro Romano Imperatore dalla grande potenza militare francese guidata da Napoleone Bonaparte, ricordato come Napoleone I Imperatore dei Francesi. Da Augustus Imperator Romanorum Francesco divenne semplicemente l'Imperatore d'Austria.
Quel 6 agosto fu la fine del Sacro Romano Impero Germanico: la dissoluzione di questo Impero significò anche la dissoluzione della prima vera forma di identità e unione dell'Europa e della nazione germanica. Quanta fatica e quanto dolore ci saremmo tutti risparmiati se non ci fosse stata tanta arroganza a quei tempi Lettor. Ma chissà che il destino non abbia un piano preciso anche per questa vicenda.
Pensaci Lettor.
Il 6 agosto del 1806 l'Augusto Francesco II d'Asburgo è costretto ad abdicare dal titolo di Sacro Romano Imperatore dalla grande potenza militare francese guidata da Napoleone Bonaparte, ricordato come Napoleone I Imperatore dei Francesi. Da Augustus Imperator Romanorum Francesco divenne semplicemente l'Imperatore d'Austria.
Quel 6 agosto fu la fine del Sacro Romano Impero Germanico: la dissoluzione di questo Impero significò anche la dissoluzione della prima vera forma di identità e unione dell'Europa e della nazione germanica. Quanta fatica e quanto dolore ci saremmo tutti risparmiati se non ci fosse stata tanta arroganza a quei tempi Lettor. Ma chissà che il destino non abbia un piano preciso anche per questa vicenda.
Pensaci Lettor.
Caro Lettor, oggi è un giorno pisano.
In effetti si può dire che il 6 di agosto è un giorno che per la Repubblica marinara di Pisa è stato particolarmente importante e ricco di eventi nel corso di molti bellicosi anni.
6 agosto:
In effetti si può dire che il 6 di agosto è un giorno che per la Repubblica marinara di Pisa è stato particolarmente importante e ricco di eventi nel corso di molti bellicosi anni.
6 agosto:
- 1003: l'ammiraglio di Pisa Carlo Orlandi vince la battaglia di Civitavecchia sconfiggendo una flotta di pirati saraceni;
- 1005: Pandolfo Capronesi, altro ammiraglio della flotta pisana, durante una nuova spedizione contro i Saraceni, conquista per la sua Repubblica le città di Reggio Calabria, Amantea, Tropea e Nicotera, aprendo a Pisa la strada per l'egemonia sul meridione Italiano;
- 1063: un'armata pisana, trasportata dalla potente flotta, conquista il porto di Palermo e saccheggia la città;
- 1087: la flotta di Pisa prende Pantelleria e poi arriva in Africa conquistando le città di Zawila e Mahdia. Ma non finisce qui;
- 1119: Pisa entra in conflitto con le altre Repubbliche Marinare, soprattutto Genova e Amalfi. Sempre di 6 agosto le flotte di Pisa e Genova si combattono nella battaglia di Porto Venere, saranno i Pisani a ottenere la vittoria;
- 1135: Pisa, sempre nella stessa data, conquista Amalfi, con la presa di un'altra delle Repubbliche Marinare, Pisa raggiunge l'apice della potenza;
- 1282: nuova battaglia tra Genova e Pisa nelle acque di Porto Venere, ancora una volta i Genovesi subiscono una pesante sconfitta;
- 1284: Pisa subisce una pesante sconfitta ad opera della flotta genovese nella battaglia della Meloria.
Iniziamo
Caro Lettor,
Ti do il Benvenuto!
Dopo qualche settimana di utilizzo di Facebook, mi sono reso conto che iniziavo ad aver bisogno di più spazio.. e allora eccomi qui!
Ho creato questo blog per condividere con te le tante idee che mi frullano per la mente, dall'almanacco quotidiano agli articoli storico-scientifici che trovo interessanti.
Caro Lettor, aspetto i tuoi preziosi commenti e consigli, in modo da creare uno spazio di condivisione e di crescita comune.
Buon viaggio e che tu possa ritrovarti in ciò che vedrai.
Carlo.
Ti do il Benvenuto!
Dopo qualche settimana di utilizzo di Facebook, mi sono reso conto che iniziavo ad aver bisogno di più spazio.. e allora eccomi qui!
Ho creato questo blog per condividere con te le tante idee che mi frullano per la mente, dall'almanacco quotidiano agli articoli storico-scientifici che trovo interessanti.
Caro Lettor, aspetto i tuoi preziosi commenti e consigli, in modo da creare uno spazio di condivisione e di crescita comune.
Buon viaggio e che tu possa ritrovarti in ciò che vedrai.
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