Euristeo ordinò al eroe di partire per la terra di Lerna, un luogo non lontano dall'ingresso degli Inferi dove si era annidato un mostro guardiano: l'Idra.
Durante il viaggio Ercole incontrò Minerva, la sua protettrice e amata sorella la quale gli spiegò a cosa stava per andare incontro: "Fratello - disse la dea - sappi che Giunone ha allevato l'Idra con il preciso scopo di uccidere te. Essa è sorella del leone di Nemea e di Cerbero, in quando figlia di Tifone e di Echidna. Ha sei teste di serpente e una settima al centro simile ad un volto umano: quella testa è immortale. Ogni cosa dell'Idra uccide: il suo veleno non ha pari, il suo sibilo può stordire un uomo, persino le orme che lascia sul terreno sono impregnate di un veleno che uccide chiunque nelle vicinanze. Trattieni il respiro quando combatti, perché all'Idra basta respirarti in faccia per avvelenarti. Ma ricorda che ogni testa che taglierai, subito altre due ricresceranno al suo posto, più forti della precedente. Avrai bisogno di aiuto. Ricorda che l'Idra è un mostro di acqua, e il fuoco sarà il tuo alleato. Nostro padre ti manda la sua benedizione fratello."
Ercole, seguendo i consigli di Minerva, andò a Lerna accompagnato da Iolao, figlio di suo fratello Ificle.
Come consigliato da Minerva, l'eroe accese un grande falò e scoccò frecce incendiarie verso la palude spaventando il mostro che subito uscì dalle acque soffiando e sibilando. Ercole trattenne il fiato e si lanciò contro l'Idra tagliandole tre teste, ma altre sei emersero dalle ferite, più forti e aggressive delle altre. Ricordando gli insegnamenti di Lino, figlio di Apollo e di Autolico, suoi maestri, Ercole ebbe un'idea.
"Iolao, stai pronto, appena taglio una testa intervieni con una torcia e cauterizza il moncone. La carne è come la terra: se la bruci niente può crescere su di essa. Ricordati di non respirare."
Iolao non era forte come suo zio, ma era molto valoroso e compì il suo dovere. Con la tecnica del mordi e fuggi Ercole tagliava una testa alla bestia e subito Iolao cauterizzava la ferita così le teste non ricrescevano e l'Idra si indeboliva.
Giunone allora inviò un soccorso della bestia il Carcino, un granchio grande come una testa umana che emerse dalla palude e iniziò a pizzicare il piede di Ercole, ma subito il figlio di Giove lo schiacciò.
Ad un certo punto rimase solo la testa quasi umana e immortale dell'Idra, ormai incapace di reagire. Ercole la tagliò e la seppellì sotto un pesante masso dove essa si trova viva, sofferente e maledetta ancora oggi, e lì rimarrà con il suo veleno fino alla fine del mondo.
Per i loro sforzi Lettor, Giunone prese i resto dell'Idra e li pose in cielo formando la costellazione del Drago, e lo stesso fece con il Carcino, il quale è oggi la costellazione del Cancro.
Euristeo, vergogna dei Greci, dichiarò però la prova invalida perché Ercole si era fatto aiutare da Iolao, ma i Greci non dimenticarono l'impresa.
Lettor, l'Idra è il simbolo del piacere fine a sè stesso: se lo combatti è insidioso e difficile da sconfiggere, proprio come l'orgoglio. Lettor, per sconfiggere l'Idra che è in noi usa il fuoco che è la volto e l'aiuto di chi ti ama, e come Ercole anche tu trionferai sulla Bestia.
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