Un gennaio di tanto tempo fa, quando l'Età dell'Oro non era ancora finita e forse si poteva ancora incontrare qualche gigante qua e là, i merli si misero a festeggiare la fine del dominio del Generale Inverno.
Sappi Lettor che i merli a quei tempi avevano delle splendide piume bianche.
Essi cantarono felici e sbeffeggiarono il vecchio Generale che si era fatto incantare di nuovo dalla bella Primavera. Grosso errore da parte dei merli: il Generale Inverno strappò con forza gli ultimi tre giorni di febbraio e li appose a gennaio guadagnando così altri tre giorni in cui scatenò i suoi reggimenti di venti gelidi e decretando delle nevicate come non se n'erano mai viste.
I merli furono devastati da quel feroce assalto e la Primavera ebbe pietà di loro. Così la bella signora andò dal Generale Inverno e gli chiese, in nome dei loro buoni rapporti passati, di calmarsi e di perdonare i merli per la loro scortesia.
"Solo perché me lo chiedi tu- disse il Generale Inverno- ma quegli uccelli dovranno portare per sempre il segno della loro vergogna, affinché nessuno osi più sfidarmi e incorra di nuovo nella mia ira! E oltre a ciò tu non chiederai indietro quei tre giorni che ora sono sul mio gennaio..... li ho conquistati ormai."
La Primavera accettò e il Generale Inverno richiamò nevi e venti, così i merli ebbero la possibilità di scendere nei camini per riscaldarsi e tornare a vivere. Tutta la fuliggine però rese il loro piumaggio nero come il carbone, cercarono di pulirlo, ma non potevano, perché quello era il segno della loro vergogna e l'umiliazione che avevano meritato.
Nessun commento:
Posta un commento