lunedì 14 dicembre 2015

Avvento X

Chi sono io, Signore Dio, e che cos'è mai la mia casa, perché tu mi abbia fatto arrivare fino a questo punto?
                                                                                                                                                            II Samuele, VII, 18

Scauro si trovava a pattugliare le strade con la stessa tranquillità di sempre, vide con piacere che in quei giorni gli attacchi di briganti si erano fatti sempre più sporadici e che le legioni stanziate da Tiro all’Egitto avevano fatto un buon lavoro nel tenere sotto controllo i movimenti delle persone in quelle regioni.
Il centurione si soffermò a pensare a suo figlio Cornelio, un bambino che però si stava dimostrando forte e determinato a seguire le orme del padre. Per Scauro sarebbe stato un vero toccasana rivederlo.
Durante una delle sue ronde Scauro si ritrovò a viaggiare vicino ad una carovana diretta verso sud. Presto sarebbero passati accanto a Gerusalemme, stando a quanto quelle avevano riferito ad uno dei suoi uomini.
“Seguiamoli fino al prossimo alloggio, poi proseguiremo fino alla nostra caserma” disse il centurione sapendo di dover incontrare il resto del suo schieramento molto presto. I trattati con i Parti erano rimasti molto tesi e Gaio Cesare, nipote dell’Imperatore, si era recato in Siria per incontrare Tigrane, il re di Armenia il quale desiderava conservare il suo trono diventando vassallo e federato di Augusto, proprio come Erode. Il Gran Re dei Parti Fraate non sembrava disposto ad accettare tutto questo e gli ambasciatori di Augusto gli avevano raccomandato di mettere in allerta le truppe e gli alleati nei confini orientali. Scauro doveva ricompattare la sua centuria e sarebbe stato lieto di farlo: la vita da vigilante non gli piaceva per niente.
Mentre seguiva la carovana notò una donna molto giovane su un asino condotto da un uomo che, presumibilmente, doveva essere il marito.
“Teoclito- disse Scauro ad uno dei suoi uomini- vieni con me.”
Teoclito era un giovane legionario di origini greche, il padre era un mercante che aveva lavorato a Tiro, dove aveva imparato l’aramaico e altre lingue parlate in quella parte del mondo. Quel giovane era un ottimo interprete.
“Salve” disse Scauro e Teoclito a quelle due persone.
“La pace sia con voi” disse l’uomo che conduceva l’asino.
“Dimmi- disse Teoclito- quella donna è forse tua moglie?”
“Perché vorresti saperlo?”
“Lo chiede il centurione e io lo domando a te perché devo eseguire i suoi ordini.”
“Sì, lei è mia moglie Maria e io sono Giuseppe di Nazaret.”
Scauro commentò che erano lontanissimi da casa loro e chiese perché viaggiavano malgrado Maria fosse incinta.
“Se non ci fossimo messi in viaggio avremmo disubbidito ad un ordine di Cesare” fu la risposta di Giuseppe che bastò al centurione.
“Il grande Augusto ha i suoi motivi per dare questi ordini, grazie ai quali sarà possibile amministrare degnamente questa terra anche per il bene di chi la abita” disse Scauro.
Dopo che Teoclito lo ebbe tradotto Giuseppe gli rispose: “Si dice che la mia famiglia discenda da Davide, il più grande dei re di Israele, ai suoi tempi questo era un regno grandioso, una nazione potente. Suo figlio Salomone costruì un era gloriosa per Israele…. Com’era grande il nostro regno quando Davide e Salomone furono Re. Dopo di loro Israele fu separato da Giuda e il nostro popolo ebbe due regni distinti, finché Gerusalemme non cadde per mano dei Caldei di Babilonia, poi vennero i Persiani e dopo di loro i Greci a dominare questa terra. Ora ci siete voi Romani…. Mi sai dire chi è che regna davvero questo paese? Mi diresti chi ha la capacità di governarlo rettamente?”
Teoclito fu restio a tradurre queste parole, ma il centurione non fu colpito dal carattere di Giuseppe, quanto dalla sua affermazione di essere della stirpe di Davide.
Davide…. Davide….. Davide.
Perché quel nome risuonava così forte nella mente del centuirone?
“Centurione- disse Teoclito- quella è la locanda in cui queste persone passeranno la notte, il nostro accampamento è poco oltre, forse dovremmo sbrigarci.”
“Sì…. sì, hai ragione- disse il centurione- dì a queste persone…. dì loro che gli auguro un buon viaggio e possa il loro Dio guidarli su tutta la loro via.”
Il centurione incrociò un’ultima volta lo sguardo di Maria per poi rivedere il suo ventre gonfio di una nuova vita in arrivo.
Scauro si coricò nella sua tenda, diverse ore dopo, prima di ricordarsi di quel nobile Melchiorre che gli aveva parlato di qualcosa…. una profezia…. Davide! Ecco di cosa si ricordava: un Re dalla stirpe di Davide.
“Ma….. possibile?”



Nessun commento:

Posta un commento