Matteo, X, 40.
Giuseppe era di nuovo in fila, mentre Simeone era stato registrato
anticipatamente dall'ufficiale imperiale, così poté andare a casa con sua
moglie e suo figlio. Era il fratello di Simeone ad ospitarli e anche lui fu ben
lieto di ringraziare Giuseppe e Maria del loro aiuto per la nascita del nipote.
La fila riprese a muoversi e il falegname di Nazaret si muoveva mentre
sua moglie rimaneva seduta ad aspettarlo.
“Chi sei tu? Da dove vieni? Cosa fai? Quanti sono i membri della tua
famiglia?” chiese l’ufficiale imperiale diverse ore dopo ad un Giuseppe
decisamente sfinito.
“Io sono Giuseppe, sono nato a Betlemme ma vivo a Nazaret di Galilea,
faccio il falegname e sono carpentiere. Sono sposato e mia moglie aspetta un
figlio” rispose Giuseppe.
Dopo aver scritto le informazioni richieste l’ufficiale imperiale
salutò Giuseppe e chiamò l’uomo dietro di lui. Ancora cinque persone e sarebbe
potuto tornare a casa sua, libero finalmente, mentre i suoi colleghi nelle
altre città avrebbero avuto ancora moltissimo da fare. Così l’ordine di Augusto
era stato eseguito e il censimento completato a Betlemme.
“Come stai?” chiese Giuseppe a Maria.
“Bene, ma adesso vorrei riposare” disse lei.
“Andiamo, troviamo una locanda dove passare la notte” disse Giuseppe
prendendo Maria per mano e conducendola verso la strada.
Poco distante trovarono un piccolo albergo. Giuseppe entrò mentre
Maria rimaneva sulla porta ad aspettare. Non molto a dire il vero; dopo meno di
un minuto la donna di Nazaret vide il marito uscire con un’aria delusa.
“Qui non hanno posto, ma dicono che c’è un'altra locanda poco lontano”
disse lui riprendendo Maria per mano.
Arrivarono davanti a quel grosso edificio che però non prometteva
bene: c’era gente che dormiva anche nel cortile e accampata fuori dalla porta.
Il proprietario non aveva posto nemmeno per una persona. Quel uomo non ebbe
pietà nemmeno per una donna incinta.
“Come stai?” chiese Giuseppe.
“Sto bene tranquillo. Vedrai che adesso troveremo un posto dove
riposare….. “ Maria ebbe un piccolo mancamento.
“Che succede?” chiese Giuseppe.
“Niente…. tranquillo…. va tutto bene” disse Maria.
Giuseppe capì che c’era qualcosa…. la stessa che aveva visto in Sara
quel giorno.
“Maria.... cosa….?”
“Giuseppe! Maria!”
I due si voltarono e videro Simeone con in mano un otre che sembrava
pieno d’acqua.
“Cosa ci fate qui?” chiese l’uomo.
“Non siamo ancora riusciti a trovare un alloggio” disse Maria.
“Cercavamo una locanda ma….” Giuseppe fu interrotto da Simeone.
“Non troverete mai un posto con questa storia del censimento e tutta
la gente che ha fatto arrivare qui da tutto il paese. Venite con me” disse
Simeone facendo strada.
“Cosa?” chiese Giuseppe.
“La stalla nella casa di mio fratello è abbastanza ampia per tutti.
Credo che potresti averne bisogno Maria” disse il segretario del re.
“Ma cosa dici? Non possiamo disturbare tuo fratello per….”
“Statemi a sentire: dopo quello che avete fatto per mia moglie e mio
figlio oggi non vi permetterò di dormire per strada e tutti i membri della mia
famiglia saranno felicissimi di avervi per ospiti. Venite, presto prima che
diventi troppo freddo.”
La famiglia si mise a seguire Simeone nella casa poco distante.
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