giovedì 3 dicembre 2015

Caro Lettor ecco la prima parte della più bella storia mai raccontata


"Dov'è il re dei Giudei che è nato? Poiché noi abbiamo visto la sua stella in Oriente e siamo venuti per adorarlo."
                    Matteo, II, 2.

Quando mi avvicinai ebbi timore e allo stesso tempo euforia. Chi non ne avrebbe? Nemmeno io posso avvicinarmi al Trono senza sentire la potenza, la perfezione e l’armonia del centro da cui ogni mobile trae il movimento, e quel giorno toccava proprio a me. Lui chiama sempre, prima o poi tutti vengono chiamati per compiere qualcosa, per ricevere uno scopo, mettere in pratica una capacità, un talento o anche per esaudire un desiderio.
Quel giorno io esaudii un mio desiderio e mantenni una promessa che fu fatta molto tempo fa. È incredibile ciò a cui assistetti. Ancora mi chiedo cosa feci per meritare quella benedizione che sarebbe durata per sempre. Il mio desiderio?
“Vorrei tanto brillare” dissi.
“Brilla” mi disse.
Mi accesi di una luce nuova, come non avevo mai contemplato e in quel momento mi fu chiaro cosa voleva che facessi, quella fu la mia gioia: non la luce che mi aveva regalato, ma il motivo per cui io l’avevo desiderata.
“Vola” mi disse ancora.
Partii nella direzione che mi indicò e così mi avvicinai a quel luogo, quel piccolo mondo, che però era così importante. Una sfera azzurra piccolissima ma luccicante nel Abisso dove vivevano quei piccoli esseri chiamati Uomini, a loro era stata fatta una promessa che io dovevo annunciare. Fu così che iniziò tutto questo: così io iniziai a brillare nel cielo della Terra dando inizio al primo Natale.
Lui mi aveva indicato il luogo in cui dovevo apparire e una scia che avrei dovuto seguire in quei cieli: molti mi videro ma pochi sapevano cosa significava la mia apparizione. Il mondo degli Uomini a quei tempi non guardava molto il cielo, non era un luogo felice per gran parte di esso.
I primi a vedermi furono dei saggi uomini che vivevano nel cuore dell’Asia, tra le antiche terre dei Medi e Persiani, dove si trovavano Babilonia, Susa, Ecbatana e altre grandi città. A quel tempo il popolo dei Parti aveva riunificato i Regni di quella vasta terra e un uomo di nome Fraate dominava su di essi come Re dei Re. Era un uomo debole, sottomesso alla volontà di una madre molto ambiziosa, poco amato dal suo popolo e dai suoi nobili. Non ci furono grandi guerre durante il suo regno; a causa della sua debolezza preferiva accettare ogni patto che gli venisse imposto da quella che stava diventando la più grande potenza che il mondo degli Uomini avrebbe mai conosciuto. Quella potenza era Roma, una città come non se ne vedranno mai in tutta la storia del mondo e un uomo, con tanti nomi, ma da tutti chiamato Augusto, era appena diventato il primo Imperatore della storia.
Come per me, anche al primo Imperatore, il Principe Primo dei suoi Pari, era stato realizzato il suo grande desiderio affinché tutto si svolgesse come era stato stabilito.
Ma tornando a me, sappi che tra i Medi e i Persiani vivevano degli uomini molto saggi, essi erano detti Magi. Si trattava di uomini potenti, saggi, ricchi, profondamente rispettati anche dai Re e mi videro presto perché erano sempre dediti allo studio del cielo e molto bravi ad interpretare i segni che esso mandava; capirono subito che stavo annunciando l’imminente nascita del vero Re del Mondo e i tre più coraggiosi tra loro si misero subito in viaggio. Quei Magi ebbero una strada lunga da percorrere e lo fecero con fede, una fede che li protesse lungo tutto il mondo che era stato preparato anche per loro, per favorire il viaggio dei Magi e quelli di coloro che sarebbero venuti dopo di loro, ma sempre sulla mia scia.
Il mio sguardo si posò anche su un'altra grande città: Gerusalemme. Neanche so descrivere quanto era bella Gerusalemme, ricostruita e ancora lontana dagli antichi splendori dei Re d’Israele finiti dopo che i Caldei l'avevano espugnata, eppure quella città era ancora il centro del mondo per coloro che pregavano il Dio di Abramo. Incredibile come il suo popolo non avesse mai rinunciato alla sua splendida città.
Anche i saggi di Gerusalemme osservavano il cielo e quando mi videro furono pronti a scrivere per i loro discendenti la notizia del mio arrivo. Molti di loro capirono anche chi stava arrivando con me.
Erano molto precisi gli scribi di Gerusalemme e uno di loro scrisse tutto questo quando i suoi sacerdoti mi videro.

“Scrivi- dissero quella notte i sacerdoti- in questa notte, a milleottocento cinquant'anni dal arrivo del patriarca Abramo nella terra di Canaan, ovvero milleduecento cinquant'anni dall'uscita del popolo d’Israele dal Egitto per opera di Mosè, esattamente mille anni dopo il tempo di Re Davide, settecentocinquantatré anni dalla fondazione di Roma, cinquecento ottantasette anni dopo la distruzione di Gerusalemme e la deportazione del suo popolo a Babilonia ad opera dei Caldei di re Nabucodonosor, nei cieli abbiamo visto comparire una nuova stella.”   

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