Lettor devi sapere che oggi è il compleanno di un uomo che oserei definire un vero semidio e un eroe tra i più grandi della storia, se non dell'Umanità intera, della civiltà Occidentale originale.
Quest'uomo un giorno stava colpendo il suo nemico più terribile, un mostro che tiene imprigionata la ragione di vita di un intero popolo. Quel mostro è la pura e semplice materia che imprigiona la bellezza e l'eredità. Armato di un pesante martello e di uno scalpello resistente e duro, l'eroe spaccò quel pezzo di materia manifestato come un grosso blocco di marmo e da essa liberò la forma del profeta Mosè, colui che parlò con Dio ricevendo la rivelazione del suo nome.
Mosè si mostra nella sua forma, perfetta; è un uomo grande e forte, l'età non sminuisce il vigore acquisito da anni di lotta, pellegrinaggio e fatica mosse dalla stessa fede che ora guida il figlio della piccola Caprese. Quella barba, sembra dipinta. Difficile comprendere la ragione dei due raggi (karan) che emergono dal suo capo, forse qualcuno ha sbagliato a dire al nostro eroe cosa dicevano le Scritture, ma ciò non toglie che ora il profeta sia lì, nel suo splendore, a fissare di nuovo il mondo, proteggendo le tavole della Legge con i più grandi consigli che siano mai venuti dal Cielo per l'Uomo.
Un ringraziamento, l'eroe lo merita. La bocca del profeta è perfetta, può dire una parola, una qualsiasi. Un grazie, basta un solo grazie.
"Parla" chiede l'eroe. Silenzio. Il profeta è muto.
"Parla" chiede ancora.
Il marmo resta marmo e il martello sembra più pesante. Lo scalpello che ha ucciso la bestia di materia cade sul pavimento, la mano del suo possessore non lo regge più.
"PERCHÉ' NON PARLI?"
Il martello colpisce il ginocchio del profeta. L'eroe emette il più lungo e profondo sospiro della sua vita. Il martello gli cade dalle mani. Si volta.
Sì Lettor, oggi è il compleanno di Michelangelo Buonarroti, che venne al mondo il 6 marzo del 1475 a Caprese. Uno dei protagonisti indiscussi del Rinascimento già ai suoi tempi tutti i grandi mecenati della bella Italia e di altri Paesi della Cristianità e del Mediterraneo lo riconobbero come uno dei più grandi artisti mai vissuti. A lui si devono grandi opere insuperabili e irrinunciabili quali:
Il David;
La Cupola di San Pietro;
Gli affreschi della Cappella Sistina;
La Pietà;
Il Mosè.
Oltre che pittore era anche un grande architetto, tanto che il sultano dei Turchi gli chiese di progettare un ponte sul Corno d'Oro che collegasse Costantinopoli a Pera, un'impresa che prima di allora era stata compiuta diverse volte da Grandi Re della Persia Achemenide e da Imperatori senza però arrivare mai ad una struttura stabile. Michelangelo avrebbe realizzato dei disegni per il maestoso progetto e sembra che abbia compiuto anche un viaggio presso gli Ottomani.
Ma la vera ascesa di Michelangelo avvenne quando fu chiamato al servizio di Papa Giulio II per il quale l'artista progettò la sua monumentale tomba e ridipinse la volta della Cappella Sistina riportandoci le più importanti storie dei suoi custodi.
"Non essere sciocco" dice una voce alle sue spalle. L'eroe sta per voltarsi di nuovo verso il Mosè a cui ha appena dato le spalle.
"Non guardarmi! Non ora, devo dirtelo!"
"Cosa...?" chiede l'eroe ansimando.
"Che io ti parlo costantemente, Tutti noi che hai liberato dalle prigioni della materia e dell'oblio, ti sembriamo silenziosi, ancora materia e niente di più. Ma noi ti parliamo e ti parleremo sempre, non con le parole di cui ha bisogno la mente mentre è nella carne, ma con la luce..."
L'artista si volta e osserva meravigliato Mosè sotto la luce di un Sole nuovo.
"La luce di cui ha bisogno l'anima in contemplazione... quella che tu hai dato a tutti coloro che ci vedranno."
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