Io ho bisogno di essere
battezzato da te e tu vieni da me?
Giovanni,
III, 14
Quel piccolo uomo di Cafarnao si allontanò quasi saltellando e io,
maestro tra i sadducei, non riuscivo ad accettare ciò che il Battista
continuava a gridare.
Non volevo scendere in acqua, non sarei mai andato a prendere ciò che
gridava quel millantatore. La Legge non permetteva niente di simile… tutto quello
che diceva quel pazzo era contro la Legge.
“Giovanni- chiese uno della folla che lo ascoltava- ma perché chiami a
pentirci noi e non Erode e la sua famiglia?”
“Io chiamo tutti alla penitenza- disse il Battista- voi siete coloro
che rispondono, la mia chiamata è rivolta anche a Erode. Ma lui non verrà
perché non si preoccupa dei suoi peccati, si preoccupa solo del suo potere e
del suo piacere. Erode vive con una donna che è moglie di suo fratello, insieme
mangiano ogni giorno quanto ciascuno di voi in un anno, violano la Legge dei
nostri padri e cercano solo il favore degli stranieri e dei pagani. Ma anche
Erode verrà giudicato, così come la moglie di suo fratello e tutti i suoi
complici, il giudizio arriva per tutti, proprio come la chiamata.”
Forse non c’era bisogno che mi preoccupassi, con simili discorsi
Giovanni Battista avrebbe fatto presto i conti con le guardie del re o con i
Romani. Mentre altri scendevano nel fiume per prendere quell’acqua mi passò
accanto un uomo vestito con abiti bianchi e una bisaccia, doveva essere in
viaggio da parecchi giorni.
Piantò il suo bastone e vi appoggiò la bisaccia, si tolse il mantello,
i calzari e gli abiti in modo da poter scendere nel fiume.
C’era qualcosa di diverso in lui, sembrava quasi che fosse più sicuro
degli altri, uno scellerato come gli altri che dava ascolto ad un millantatore
piuttosto che alla Legge. Ma forse quel uomo conosceva meglio degli altri il
Battista.
Quando fu davanti a lui, faccia a faccia, Giovanni lo guardò e sembrò
sorpreso, a quel punto fui sicuro che si conoscessero perché Giovanni
spalancava gli occhi e iniziò a respirare velocemente. Era davvero emozionato.
“Ma come… Tu? Tu vieni a farti battezzare da me?” chiese il Battista
mentre quel uomo gli sorrideva.
“Ma sono io che dovrei chiedere a te di battezzarmi!” disse ancora il
Battista mentre quel uomo gli metteva una mano sulla spalla.
“Giovanni, noi dobbiamo fare la volontà di Dio fino in fondo. Fai pure
ciò che devi, perché questo è ciò che è giusto.”
Gli disse queste parole, io le sentivo perché parlavano ad alta voce,
sembrava che stessero organizzando una sciarada per quella folla di illusi.
Giovanni raccolse l’acqua con la sua ciotola e versò l’acqua sul capo
chino di quel uomo. Dopo però fu il Battista ad osservare quel tipo con uno
sguardo diverso… lo stesso che avevano moltissimi che si erano fatti battezzare
da lui.
Quel uomo si voltò e uscì dall’acqua quando accadde ciò che distrusse
ogni mia convinzione; un tuono potentissimo, sembrava una voce, la più potente
che avessi mai sentito, mi fece cadere a terra e con me tutti gli altri
presenti.
“Questi è il Figlio mio prediletto,
nel quale mi sono compiaciuto.”
Non so se sentii davvero quelle cose, non l’ho mai capito. Ma io ero
lì per davvero e vidi quel uomo che si rivestiva e andava via, diretto verso
sud, nel deserto. Il Battista aveva detto qualcosa, ma non lo sentii.
Dite, quaranta giorni dopo
Il Concilio si riuniva raramente e ogni volta che accadeva tutto l’Abisso
era sempre in subbuglio. Quel giorno i Sette notarono che il loro re era
davvero cupo, sembrava che avesse subito una sconfitta in superficie dopo una
visita dello Sterminatore. Anche i Sette avevano sentito l’odore di quel Nazzareno
che si stava dimostrando qualcosa di ben superiore ai loro antichi avversari.
“Siamo entrati in guerra?” chiese Astaroth.
Il re sollevò lo sguardo e gridò con una forza simile ad un tuono: “BAUAU!”
Si fece avanti un membro del suo esercito, non era uno dei Sette ma
era un ufficiale esperto e già da tempo si era guadagnato il diritto di assistere
alle riunioni del Concilio. Bauau era nero come il buio ed evanescente come un’ombra.
“Quante legioni al tuo comando?” chiese il re.
“Venti, possente Leviatano” rispose ossequioso il generale.
“Mandane una al Mare di Galilea subito… e poi sali a Cafarnao per
osservare e riferire! Tutti voi osserverete e riferirete!” ordinò il re
osservando tutti i suoi consiglieri.
“Non perderemo il nostro regno… Sì entriamo in guerra… ENTRIAMO IN
GUERRA!”
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