mercoledì 9 marzo 2016

Racconto di Pasqua V

Razza di vipere! Chi vi ha suggerito di sottrarvi all'ira imminente?
                                                                                                              Matteo, III, 7

Quando lo vidi la prima volta non avrei saputo descriverlo. Giovanni il Battista era un uomo alto e forte e una voce che si poteva udire da lontano, la sua costituzione gli permetteva di rimanere sano anche nelle terribili condizioni in cui conduceva la sua vita da eremita, quel giorno lo vidi vestito con la sua pelliccia di cammello e camminava con un grosso bastone con cui saliva e scendeva i monti che separavano il Giordano dal suo luogo di meditazione.
Continuava a dire che il Regno di Dio era vicino e che bisognava convertirsi. Non so perché andai da lui quel giorno, ho sempre diffidato di quei fanatici che credono di parlare a nome di Dio e di quelli ancora peggiori che si dichiarano profeti solo per raggiungere i propri scopi. Tra questi vedevo i sadducei e i farisei, quei politici e pubblicani che avevano venduto la nostra nazione ai Romani in cambio di oro e cibo in abbondanza. Non che io mi potessi lamentare; da mercante di tessuti facevo ottimi affari con i Romani e gli stranieri che passavano per le nostre terre.
Nel Battista c’era qualcosa di diverso però e io lo vidi quel giorno insieme alle centinaia di uomini che si erano radunati ad aspettarlo sulle rive del fiume.
“Giovanni- gridò uno dei presenti- cosa dovremo fare dopo aver ricevuto il battesimo? Cosa comporta la benedizione che tu dispensi?”
Il Battista si era intanto tolto la pelliccia ed era entrato nel fiume, l’acqua era abbastanza bassa in quella zona, solo le sue gambe erano sommerse.
Si fermò in mezzo al fiume e rispose: “Questo è complesso e allo stesso tempo semplice: chi ha due tuniche ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto con gli affamati.”
Quello era il mio dubbio, mi feci avanti e gridai: “Giovanni… io sono Samuele e vengo da Cafarnao, sono un mercante e chi mi conosce sa che rispetto la Legge, vado regolarmente al Tempio e offro sacrifici. Tutto quello che possiedo l’ho guadagnato con il mio sudore, la mia fatica, il mio lavoro. Perché io, che rispetto la Legge di Mosè e non ho mai mancato di benedire il Signore, dovrei dare via metà di ciò che mi sono meritato?”
Giovanni Battista mi fissò, non solo nel volto, ma anche nel cuore. In effetti sentii qualcosa, come una specie di calore nel mio cuore e del gelo nella mente.
“Tu sei un uomo giusto, Samuele di Cafarnao, ma anche Caino offriva sacrifici al Signore che però non erano graditi, in quanto il peccato era radicato in Caino. Se riceverete il battesimo dovrete condividere ciò che avete guadagnato perché questo è il sacrificio che il Signore apprezzerà più di qualsiasi altro. Sarà la dimostrazione a Dio e a voi stessi della sincera liberazione dalle vostre colpe e del vostro diritto di entrare nel Regno” mi rispose lui.
Lì vicino c’erano anche dei pubblicani, gli odiati esattori delle tasse. Ladri e traditori, così li chiamavamo tutti. Uno di loro si avvicinò e chiese: “E noi maestro? Cosa dovremo fare?”
“Voi pubblicani, che svolgete un ruolo ingrato ma non privo di significato nel mondo degli uomini, fate come ho già detto e non esigete più di quanto vi è stato fissato.”
“E noi?- chiese un uomo che emergeva da dietro la folla in quel momento, indossava armatura e mantello, un comandante con dei soldati al seguito- noi cosa dovremo fare se riceveremo il battesimo?”
“Anche a voi dico lo stesso: condividete ciò che possedete con i bisognosi, accontentatevi delle vostre paghe e non maltrattate nessuno. Non dovrete mai usare la vostra forza e la vostra autorità per estorcere niente ad alcuno.”
Si fece avanti un altro uomo, lo conoscevo, si chiamava Daniele ed era un potente sadduceo, si mise a criticare Giovanni e a chiamarlo bestemmiatore.
“Razza di vipere, chi vi ha suggerito di sottrarvi all’ira imminente?” chiese Giovanni a Daniele e a chi lo seguiva.
“Come osi insultare i dottori della Legge e tutti i figli di Abramo?” rispose il sadduceo.
“Tu ti dichiari figlio di Abramo? Voi tutti vi dichiarate figli di Abramo?- chiese il Battista raccogliendo un sasso dal fondo del fiume e mostrandolo alla folla- e allora fate ciò che occorre per la conversione e la rettitudine. Non serve a niente dire siamo figli di Abramo perché Dio è capace di far sorgere dei degni figli di Abramo anche da queste pietre. Lui non ha alcun bisogno di voi. Anzi, la scure è già posta alla radice degli alberi e ogni albero che non da frutto sarà tagliato e buttato nel fuoco.”
Questa poteva sembrare una minaccia, ma in quel momento compresi che era invece un atto di amore; un avvertimento a dare un senso alla propria vita per chiunque avesse ascoltato e riflettuto su tali parole. Quello fu l’istante in cui iniziai a credergli.
Mentre Daniele e i suoi si allontanavano qualcun altro, un fariseo credo, si avvicinò alla riva e chiese a Giovanni: “Ma chi sei tu per dare il battesimo? Sei forse il Messia atteso da Israele?”
“No! Non sono io il Messia” disse Giovanni con vigore e decisione.
“Allora sei Elia? Oppure un altro profeta?” chiese qualcun altro.
“A queste cose io rispondo no e no!” disse di nuovo il Battista.
“Ma allora… chi sei?” chiese uno dei soldati.
“Io sono solo una voce nel deserto che grida preparate la via del Signore. Ma per darvi sicurezza vi dico già da adesso ciò che mi fu rivelato; io sono qui a battezzarvi con acqua, ma viene dopo di me uno che è più forte di me, al quale io non sono degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: egli vi battezzerà in Spirito e fuoco…”
“Fuoco? Cosa significa che ci battezzerà con il fuoco?” chiesi io.
“Egli ha in mano la pala con cui ripulire la sua aia e raccogliere il frumento nel granaio, ma separerà la pula dal grano buono e la brucerà con un fuoco inestinguibile” detto questo Giovanni estrasse da una tasca dei suoi modesti abiti una ciotola con cui raccolse dell’acqua del fiume e, continuando con le sue esortazioni, battezzava chi andava da lui.
Io entrai nell’acqua, ma non osavo avvicinarmi, c’era qualcosa che non mi permetteva di muovere un solo passo.
Il comandante e alcuni dei suoi uomini scesero da Giovanni, si piegarono nell’acqua e ricevettero il suo battesimo, tutti coloro che compivano questo rito sembravano uscire più sereni, più pacifici, anche i pubblicani presero il battesimo di Giovanni. Gli elementi più meschini del Paese, lui non lo negava a nessuno.
Prima ancora che me ne rendessi conto mi ritrovai ad avanzare verso il Battista mormorando… piangendo.
“Pietà… chiedo pietà maestro…” dicevo mentre il Battista tornava a fissarmi con la stessa intensità precedente di quando aveva risposto alla mia domanda.
“Ho abbandonato mio padre… non gli sono rimasto vicino… non ho saputo stare accanto a nessuno di coloro che mi hanno sempre voluto bene… ho ripagato l’amore con l’indifferenza e causato dolore a coloro che…” non riuscivo a finire la frase, ero in ginocchio in mezzo al fiume con il Battista ritto davanti a me e il mio popolo che mi guardava. Sentivo un prurito sulla mia testa, credo sia stato il momento più intenso di tutta la mia vita.
“Samuele di Cafarnao, ti penti del tuo peccato?” mi chiese Giovanni.
“Maestro… a te… al mio popolo… e al Signore… io riconosco di avere peccato contro tutti coloro che mi hanno amato” dissi chinando il capo.
Sentii l’acqua fresca che il Battista stava versando sul mio capo e all’improvviso… pace, tornai a respirare lentamente e tutto fu più chiaro, alzai il capo verso Giovanni e lo vidi sorridere.
“Il Signore avrà pietà di te e coloro che ti amano perdoneranno tutte le tue colpe. Vai e non peccare più.”
Andai via, sentendomi più leggero e libero di quanto avessi mai creduto. Erano molti anni che le mie angosce e i miei dilemmi non mi permettevano di tenere dritta la schiena, ma ormai ero di nuovo libero.
Giovanni avrebbe avuto il suo da fare per tutto quel giorno, mentre io avanzavo quasi saltando sulla strada che mi conduceva verso casa.
Ad un certo punto incontrai un uomo, un viandante, aveva una piccola bisaccia e degli abiti semplici, un bastone simile a quello del Battista.
“Chiedo scusa- mi disse- sto cercando Giovanni il Battista. Sai dirmi dove lo posso trovare esattamente?”
“L’ho appena visto- dissi- mi ha liberato dai miei mali… è un santo… Giovanni il Battista è un uomo santo. Segui questo sentiero… arriverai in quella zona del Giordano dove sta battezzando. Che possa darti la pace che ha dato a me!”

“E che la pace sia sempre con te uomo buono!” mi disse quel tipo con un chiaro accento di Nazaret.

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